Calvisano, in
fabbrica con il
fiato sospeso

L’ingresso delle Acciaierie di Calvisano
L’ingresso delle Acciaierie di Calvisano
L’ingresso delle Acciaierie di Calvisano
L’ingresso delle Acciaierie di Calvisano

Valerio Morabito Non ci sono purtroppo buone notizie il giorno dopo l’infortunio: le condizioni di Gianfranco Acquaviva, il lavoratore delle Acciaierie di Calvisano investito da una fiammata nella mattinata di lunedì, restano molto gravi. Questo il quadro che arriva dal centro grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano. L’operaio ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 70% del corpo e i medici, per ora, non si sbilanciano. Bisognerà attendere ancora perché si possa stilare una prognosi attendibile. A tormentarsi nell’attesa, oltre ai parenti ci sono i colleghi: ieri è iniziato un confronto tra le sigle sindacali per programmare un’assemblea in fabbrica e discutere sul grave incidente avvenuto lunedì. «Dopo questo episodio le organizzazioni sindacali Fim e Uilm - spiega Andrea Boniotti della Fim Cisl - hanno aperto una canale di comunicazione costante con l’azienda per capire la dinamica e le eventuali implicazioni. Inoltre stiamo programmando assemblee con i lavoratori per confrontarci su quello che è avvenuto». Nel frattempo la Fim Cisl ha chiesto alle Acciaierie di Calvisano di verificare l’efficacia dei sistemi di sicurezza. «Al di là degli accertamenti del caso, di competenza delle autorità preposte, il sindacato intende avviare un confronto serrato con la società per accertare se ci siano state delle falle nel sistema di prevenzione. Se si fossero verificate delle carenze nelle procedure di protezione, queste devono essere rimosse e ci attiveremo con ogni mezzo a nostra disposizione perché l’azienda provveda». AFFERMAZIONI decise, che potrebbero aprire anche la strada di uno sciopero attorno al dramma personale di Gianfranco Acquaviva, un operaio 59enne residente a Lonato, diventato ovviamente di tutte le maestranze. Comunque stando ai primi accertamenti la dinamica dell’incidente, ricostruita dai carabinieri, sembrerebbe abbastanza chiara. Acquaviva, un lavoratore addetto alla manutenzione e alla pulizia della vasca di colata, attorno alle 9 di lunedì stava bonificando il contenitore di fusione dai detriti. Conclusa l’operazione è stato chiuso il portellone e come da prassi, attraverso un bruciatore, è stata innescata una potente fiammata all’interno della paniera per completare la bonifica. Nessuno però si è accorto che l’uomo era rimasto chiuso nella vasca. •

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