Depuratori,
un Comune su tre
in infrazione Ue

di Cinzia Reboni
Depurazione: Brescia ha varato un piano di opere da 1,43 miliardi
Depurazione: Brescia ha varato un piano di opere da 1,43 miliardi
Depurazione: Brescia ha varato un piano di opere da 1,43 miliardi
Depurazione: Brescia ha varato un piano di opere da 1,43 miliardi

Ventotto paesi scaricano scorie biologiche nei corsi d’acqua. In 19 l’Arpa ha riscontrato all’uscita dagli impianti di filtro concentrazioni anomale di fosforo e azoto. Nella Bassa e in Valcamonica, la depurazione di 42 Comuni non è allineata ai parametri Ue. In questo affresco a tinte fosche, anzi nere come le acque scaricate nell’ambiente, si specchia l’emergenza depurazione nel Bresciano che tocca 89 paesi. Su 63 incombe l’ultimatum dell’Unione Europea che ha messo i Comuni sotto procedura di infrazione per non aver adeguato ai parametri continentali i sistemi di depurazione o, peggio ancora, perché scaricano le fogne nei corsi d’acqua. Il problema sanitario-ambientale riguarda un bacino di 280 mila abitanti e 770 terminali fognari non trattati. L’antidoto per evitare - presentando progetti di risanamento con copertura finanziaria - almeno quattro quinti del parco multe che potrebbe scattare tra il 2018 e il 2019 (250 milioni sui complessivi 368), è racchiuso nel piano di opere da 1,43 miliardi di investimenti su depuratori (817 milioni) e acquedotti (610 milioni) varato un anno fa.

GRAZIE al depuratore comprensoriale che dovrebbe entrare in funzione entro il 2019, la Valtrompia proverà ad uscire dal guado di un bacino con 85 mila abitanti e 2.500 aziende che usano come fognatura il Mella. Concesio, Lumezzane, Marcheno, Villa Carcina, Sarezzo e in parte Gardone sono infatti senza collettore. Stessa situazione ad Alfianello, Offlaga, Pompiano e San Paolo nella Bassa. Acquafredda, Calvisano, Visano e Remedello pensano ad un collettore comune e alternativo al collegamento al mega depuratore del Garda. In Valcamonica, Cedegolo, Losine, Lozio, Paisco Loveno, Sellero e Sonico scaricano nell’Oglio, che a sua volta finisce nel lago d’Iseo. Mazzano costruirà un nuovo impianto. Nuvolento, Serle e Paitone si stanno muovendo. Polaveno cerca soluzioni. Secondo il rapporto dell’Ato, anche i depuratori attivi non brillano per efficienza: 102 su 152 dispongono di filtri per l’abbattimento dell’azoto, ma essendo spesso sottodimensionati non riescono a rispettare i limiti di sostanze inquinanti scaricate. Emblematico il caso di Paratico, dove è comunque partito il potenziamento da 7,9 milioni, e di Palazzolo che da ieri ha risolto il problema. Arpa ha evidenziato criticità anche a Verolanuova, Quinzano e Bagnolo (che ha appena ultimato l’ampliamento) e in altri 14 Comuni.

IL PIANO di investimenti che si concluderà nel 2045 - oltre all’impianto della Valtrompia di Asvt - prevede, sotto l’egida di A2A, depuratori a Nuvolera (11,8 milioni), San Paolo (11,3 milioni), Vobarno (7,3 milioni), Capriano (6,6), Gavardo (9,5), Offlaga (2) e Alfianello (1,5). Acque Bresciane investirà su Barbariga-Pompiano (4,5 milioni), Mairano (3 milioni), Sellero-Berzo Demo (2,2), Quinzano (1,8) e Pontoglio (0,3). Amplierà quello di Rudiano collettando Castelcovati (4,1 milioni), completerà quello di Edolo-Sonico-Malonno (3 milioni) e farà altri interventi a Pozzolengo, Muscoline, Calcinato e Lonato. Come stabilisce la legge, a pagare le nuove strutture saranno gli utenti con l’aumento delle tariffe, che sono già tra le più alte della regione.

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