Fiumi di droga
da Montichiari
al Trentino

di Paola Buizza
Dodici tra ordini di custodia cautelare, obbligo di firme e arresti domiciliari le misure eseguite dai carabinieri
Dodici tra ordini di custodia cautelare, obbligo di firme e arresti domiciliari le misure eseguite dai carabinieri
Dodici tra ordini di custodia cautelare, obbligo di firme e arresti domiciliari le misure eseguite dai carabinieri
Dodici tra ordini di custodia cautelare, obbligo di firme e arresti domiciliari le misure eseguite dai carabinieri

Si muoveva sull'asse Montichiari-Crema-Trento la banda attiva nel traffico di sostanze stupefacenti in Trentino, sgominata da una maxi operazione dei carabinieri che è arrivata a toccare anche la provincia di Brescia per la presenza di una pedina importante dell'organizzazione. Si tratta di un albanese di Montichiari tutt'ora ricercato che assieme a due connazionali residenti a Crema approvvigionava i clienti tridentini recandosi sul posto o ricevendoli a casa.

NELLE ORE DELLE perquisizioni e degli arresti compiuti dai militari del comando provinciale di Trento con il supporto dei colleghi di Brescia, l’immigrato è riuscito a trovare uno spiraglio di fuga che potrebbe averlo portato all'estero. Anche uno dei complici cremonesi inizialmente si era reso irreperibile, ma ieri la sua fuga è terminata. I carabinieri lo hanno individuato proprio nella sua provincia di residenza. La fuga precipitosa dei due e i quantitativi di stupefacenti sequestrati dai carabinieri di Crema - 38 chili di marijuana - hanno confermato la solidità dei canali di rifornimento. In tutto sono sei le persone destinatarie di un provvedimento di custodia cautelare in carcere - tra le quali l'albanese di Montichiari - quattro sottoposte all'obbligo di firma e due ai domiciliari, 22 i denunciati. Coinvolto anche un collaboratore di giustizia. Oltre alla marijuana sono stati sequestrati due chili di cocaina e tre di sostanza da taglio.

Le indagini sono partite alla fine del 2016 con una serie di controlli di movimenti sospetti davanti al locale notturno «Il Gatto e la Volpe» di Trento (da qui il nome dato all’operazione, «Pinocchio»). Nel mirino degli investigatori, in particolare, era finito il «buttafuori» del locale, uno degli arrestati che, secondo l’accusa, intratteneva i principali contatti con i clienti e con il mondo trentino dello spaccio e della malavita.

I CARABINIERI hanno così scoperto i canali di approvvigionamento della droga: Crema in provincia di Cremona e Montichiari. Tra coloro che smistavano i diversi quantitativi di droga su Trento, Lavis e Pergine, ricevendoli direttamente dai fornitori, c’era anche un collaboratore di giustizia, arrestato con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Trento Marco La Ganga.

Nonostante il suo status di collaboratore aveva un ruolo specifico nel traffico di cocaina, arruolando manovalanza rumena e allacciando contatti con organizzazioni albanesi del nord Italia dedite allo spaccio. Ogni arrestato aveva tra i suoi contatti abituali almeno 20 clienti. L’intera operazione, ha visto impegnati oltre 75 militari del Comando provinciale di Trento, di Brescia e Cremona, e le unità cinofile di Laives (Bolzano) e di Orio al serio (Bergamo), con il supporto del 3/o nucleo elicotteri di Bolzano.

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