Il tempio crematorio fa paura È polemica persino sul progetto

di Riccardo Caffi
Il sindaco Andrea SoregaroliLorenzo  Olivari della  Lega
Il sindaco Andrea SoregaroliLorenzo Olivari della Lega
Il sindaco Andrea SoregaroliLorenzo  Olivari della  Lega
Il sindaco Andrea SoregaroliLorenzo Olivari della Lega

Sono passati molti mesi dai primi confronti-scontri sul tema, e nel frattempo il percorso dell’ipotetico tempio crematorio autorizzato dalla Regione Lombardia sul territorio di Quinzano non ha fatto alcun passo in avanti sostanziale; ma è bastato poco per riaccendere la discussione in consiglio comunale e per confermare le divisioni della politica locale. È successo in occasione dell’ultimo consiglio comunale, quando a scatenare la polemica è stato l’inserimento a bilancio della somma necessaria per avviare semplicemente la fase di progettazione dell’impianto. Da quando, all’inizio della primavera del 2016, la Regione ha indicato appunto Quinzano come sede di una struttura per la cremazione al servizio di un territorio piuttosto ampio, la previsione è di fatto rimasta sulla carta. Il Pirellone ha individuato il Comune bresciano come punto di riferimento al centro di un bacino di utenza collocato nella vasta pianura tra Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, per offrire una risposta a una scelta alternativa alla sepoltura che continua a crescere nei numeri. PROPRIO per effetto del grande aumento della domanda, le strutture già attive a Brescia e a Cremona riescono a restituire le ceneri dei defunti ai parenti solo dopo un’attesa di alcuni giorni, mentre la cremazione delle salme rappresenta una soluzione anche al problema della scarsità di loculi nei cimiteri di molti comuni, anche nella Bassa. Alla luce di tutto ciò, l’impianto di Quinzano di interesse sovracomunale darebbe concretezza alla richiesta avanzata da molti municipi della pianura lungo entrambe le sponde dell’Oglio. A oggi comunque l’unico accenno alla realizzazione si trova nel nuovo Piano cimiteriale adottato nel gennaio 2018 da Quinzano, che prevede anche «spazi destinati alla creazione di strutture di tumulazione delle urne cinerarie e di un’area dedicata alla dispersione delle ceneri, adeguatamente attrezzata». È un po’ poco...«Da quasi due anni l’idea non è andata né più avanti né più indietro - precisa il sindaco Andrea Soregaroli -. Noi, in vista della possibile realizzazione e per recepire le esigenze legate al fenomeno delle cremazioni ci siamo preparati a fronteggiare le nuove tendenze, e attraverso la società comunale Quinzano servizi srl abbiamo messo in previsione le spese per lo studio di progettazione dell’impianto». Un capitolo di spesa di circa 20 mila euro che è stato subito osteggiato dalla Lega. Il Carroccio locale ha detto «no» fin da subito all’operazione, anche se l’indicazione di Quinzano come sede della struttura è arrivata dalla Regione a guida leghista. «Ci viene detto che il forno crematorio sarà realizzato per soddisfare un bisogno dei cittadini, salvo dimenticarsi di chiederne il consenso in campagna elettorale e di fornire i dati reali che, per il nostro Comune, si aggirano attorno alle 10-20 cremazioni annue, contro le circa duemila che dovrebbero interessare il tempio a pieno regime - attacca dall’opposizione Lorenzo Olivari -. Il web, inoltre, è pieno di articoli che parlano di emissioni nocive legate a questi forni, con particolare riferimento ai metalli pesanti e al mercurio. Quinzano è a una trentina di chilometri da Brescia e a una ventina da Cremona, dove è già attiva la cremazione - aggiuge il consigliere -, e quest’opera non è utile ai quinzanesi, ma al business di un’amministrazione a caccia di soldi. La salute delle persone viene prima». •

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