La causa di risarcimento da oltre 71 milioni di euro
dopo 18 anni di «sprechi»

Il depuratore per reflui zootecnici di Visano è fermo da 14 anni: un anno per ogni milione di euro «divorato» dalla struttura di proprietà della Provincia che si prepara ad affrontare una battaglia legale con la Vstr. I vecchi gestori - attraverso l’avvocato Antonio Quaranta - hanno recentemente chiesto un risarcimento di 71 milioni per gli anni di mancato utile in cui l’impianto è rimasto sotto sequestro.

LA CAUSA è solo l’ennesimo capitolo della travagliata odissea del depuratore concepito nel 1988: la collocazione non fu casuale. L’impianto chiamato a trattare i reflui di 120 mila maiali l’anno, era nel cuore epicentro della parte di provincia a più alta concentrazioni di capi. Nel triangolo Leno- Calvisano -Ghedi era asserragliata in quell’epoca una media di 5 suini per abitante, un record nazionale. Il depuratore avrebbe dovuto risolvere il problema dell’inquinamento da nitrati. L’iter dell’opera si rivela subito estenuante: serviranno 10 anni per allestire la struttura. L’impianto viene collaudato nel 1999, e successivamente affidato in gestione trentennale alla Vstr ma nel 2002 scatta il sequestro per un’inchiesta su presunte irregolarità nel trattamento delle deiezioni. Fra gestori e Provincia inizia una battaglia a colpi di carte bollate. Nel 2012, il tribunale restituisce il depuratore al Broletto. Vstr si adegua alla sentenza, ma impugna il verdetto in appello. I privati vincono il ricorso nell’autunno 2014 sfruttando come grimaldello legale l’assenza di una clausola che in caso di indisponibilità dell’impianto rendesse nullo il contratto. Nel frattempo il complesso è ormai ridotto a un relitto: i ladri hanno saccheggiato il saccheggiabile, le vasche di depurazione sono diventati stagni, la complessa rete di filtraggi si è sbriciolata sotto l’effetto del sole estivo e del gelo invernali.

LA TECNOLOGIA è fra l’altro superata e per riconvertire l’impianto ad usi civili e farlo diventare testa di ponte del mega depuratore interregionale del Garda servirebbero dai 10 ai 12 milioni di euro. V.MOR.

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