La ’ndrangheta si fa strada tracce tra Bassa e Garda

La presenza della 'ndrangheta in Lombardia non è purtroppo una novità. La principale organizzazione mafiosa ha attecchito nel ricco Nord, come ha dimostrato negli anni '90 la famosa indagine «Olimpia». Un radicamento differente dal Sud, visto che nel Settentrione il modus operandi è ben differente. In un contesto del genere, anche nella Bassa c'è stato più volte il tentativo di insediamento da parte delle 'ndrine. NEL RECENTE processo «Mamerte», che si è svolto al Tribunale di Brescia, tutte le accuse per mafia sono cadute, ma su alcuni protagonisti coinvolti nell'intricata vicenda restano forti dubbi. Perplessità rafforzate da ciò che si può leggere in alcuni documenti delle forze dell'ordine. Uno dei personaggi coinvolti, per esempio, oggi vive tra Sirmione e Desenzano del Garda. È originario di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) e dalle informative emerge che questo conosciuto imprenditore, proprietario di una villa vista lago «ha già collezionato un numero impressionante di precedenti che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico di stupefacenti e al sequestro di persona». In più viene indicato come «un elemento contiguo alla cosca facente capo al boss Carmelo Arico detto il Priore, operante nella frazione di Castellane di Oppido Mamertina». Infine, stando ad un'altra informativa, l'uomo «gestisce, anche attraverso dei prestanome, una serie di società operanti nel campo edile». In tutto ciò, a quanto pare, l'uomo avrebbe lavorato anche per un imprenditore di Carpenedolo, titolare di una impresa di trasporti. Un impresario che fino a qualche anno fa possedeva una ditta a Calcinato, in uno stabile oggi distrutto di via Statale 11 dove si sarebbero intrecciati gli interessi di alcuni imprenditori del posto con altri personaggi che dalle informative vengono descritti come in contatto con la 'ndrangheta. V.MOR.

Suggerimenti