Mesi di attesa
per il check up
della carrozzina

di Flavio Marcolini
Tiziana Treccani
Tiziana Treccani
Tiziana Treccani
Tiziana Treccani

A Calcinato la vita quotidiana di Tiziana Treccani - donna coraggiosa e determinata che per una patologia genetica si muove con una carrozzina elettrica e da oltre 40 anni conduce memorabili battaglie per i diritti delle persone disabili - sarà probabilmente costretta a subire un lungo periodo di forzata interruzione.

È LEI stessa ad annunciarlo in una ironica lettera aperta agli amici: «Non allarmatevi se nei prossimi tre mesi e mezzo non mi vedrete in giro: in effetti, non ci sarò - racconta - se fossi ricca, visto l’incalzare del freddo, partirei volentieri per andare a far riposare le mie provate membra alle Maldive, lasciandomi alle spalle il freddo e l’umidità della pianura padana. Ma così non è; non sono ricca. Ecco che, quindi, a mandarmi in vacanza, ci ha pensato nientepopodimeno che l’Asst Spedali Civili Brescia». Ma cosa le è accaduto? «La mia shoprider, la rossa amica elettrica con cui, da lungo tempo ormai, inseparabilmente condivido le mie giornate, ha assolutamente bisogno di piedi e scarpe nuove. La normativa obbliga a prenotare una visita da un medico per una procedura che di medico non ha nulla: a dare l’ok alla fornitura dovrà essere infatti uno dei medici prescrittori scelti dall’Asst. Gli stessi a cui è affidato il compito di autorizzare la fornitura del letto, della comoda, di un'ortesi, delle scarpe ortopediche, del sollevatore. In pratica, di quel corredo indispensabile per chi è disabile».

FIN QUI NULLA di strano, proceduta consueta, domanda e relativa attesa che però per questo genere di interventi da un po’ di tempo a questa parte è diventata insopportabilmente lunga: «Sono necessari 3 mesi e mezzo per il Presidio di via Nikolajewka a Brescia, 5 mesi per quello di Montichiari, 5 mesi alla Domus Salutis, 6 mesi alla Poliambulanza. Uno sguardo medico specializzato ed attento, avrei detto che sarebbe bastato un semplice sensato tecnico, guarderà le mie quattro ruote usurate e, giocoforza, darà l’ok alla sostituzione a carico del Servizio Sanitario Regionale». «Nel frattempo - osserva sconsolata - sceglierò ogni giorno a quale escursione aderire tra quelle che il mio tour operator propone. Potrò scatenarmi passando dal guardare la tivù, al navigare in internet, ad ascoltare la radio, a leggere il giornale o un libro di avventure, al telefonare ad un amico. E così, nei tre mesi e mezzo a venire, avendo le ruote inservibili, sconterò una condanna agli arresti domiciliari senza avere commesso alcun reato». D’altro canto andare in giro con le ruote deteriorate è pericoloso, perché l'aderenza al terreno è insufficiente, si potrebbe facilmente bucare o lacerare un copertone. Se si tiene conto che carrozzina elettrica equivale per lei all’autonomia, cosa ne sarebbe di questa signora se in un momento in cui è sola le accadesse un infortunio? Di chi la responsabilità? In paese tutti apprezzano Tiziana per le molteplici attività di animazione sociale e per le diverse iniziative assunte per vedersi riconosciute le stesse opportunità degli altri cittadini. Diversi amici e compagni si sono chiesti come aiutarla, provando a cercare temporaneamente in comodato d'uso gratuito un mezzo analogo a quello che andrà in manutenzione. «Il problema però - informa lei - è che ogni carrozzina è come un guanto fatto su misura e, quindi, non facilmente interscambiabile».

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