Troppi furti di pesce
al laghetto. Ma «per
fame» sono perdonati

di Massimiliano Magli
Il lago Rocca è stato più volte preso di mira dai ladri di pesceUn altro scorcio dell’impianto per la pesca sportiva
Il lago Rocca è stato più volte preso di mira dai ladri di pesceUn altro scorcio dell’impianto per la pesca sportiva
Il lago Rocca è stato più volte preso di mira dai ladri di pesceUn altro scorcio dell’impianto per la pesca sportiva
Il lago Rocca è stato più volte preso di mira dai ladri di pesceUn altro scorcio dell’impianto per la pesca sportiva

Massimiliano Magli Se si tratti di lucro o semplicemente di pura «fame» non è dato saperlo; almeno non sempre. Ma è certo che la piaga dei furti a Roccafranca e a Rudiano non risparmia nemmeno le riserve di pesce. È successo ripetutamente in questi giorni sia nei laghetti della Bergamasca confinanti con il Bresciano, sia in quelli della Bassa bresciana. Il caso più emblematico riguarda uno specchio d’acqua sorgiva come il lago Rocca, in via Francesca Nord. Proprio il teatro di un colpo (ed ecco spiegato il riferimento alla fame) il cui autore, qualche tempo fa, era stato individuato e portato a processo con costi notevoli (per gli avvocati) per i gestori. Peccato che il giudice abbia deciso che si trattava di un furto lieve «per bisogno», e che tutto si sia risolto senza alcun indennizzo né pene. Negli ultimi mesi i saccheggi ittici sono calati, ma non sono mancate visite nemmeno negli ultimi giorni. Sempre attorno al lago Rocca. I gestori e i proprietari hanno però fatto ricorso a nuovi mezzi di sorveglianza per poter arginare il fenomeno, e così alle forze dell’ordine stanno arrivando indicazioni preziose in merito ai visitatori e alle targhe dei veicoli che usano. Sul posto è infatti attivo un custode che controlla ogni movimento quando il laghetto è chiuso. «HANNO tentato l’ennesimo furto a inizio settimana - spiegano i gestori, la famiglia Allocchio, una istituzione per gli amanti della pesca visto lavora qui dal 1992 -. Abbiamo dovuto ricorrere a continui investimenti per tamponare la situazione, ma l’area è grande e spesso i ladri sono persone che la conoscono molto bene». Come per le altre peschiere e gli allevamenti ittici della zona, i saccheggiatori arrivano con grossi sacchi di juta e pesano addrittura il pescato, e la richiesta per le forze dell’ordine è di potenziare i pattugliamenti delle aree di campagna. «Sono gli spazi più a rischio ormai - spiegano i gestori -, sia per l’abbandono di rifiuti sia per altri reati. Del resto anche il nostro piazzale è diventato la meta di incivili che abbandonano sacchi di rifiuti e persino elettrodomestici. Spesso il primo lavoro del mattino è quello di fare la differenziata al posto degli altri». Tornando ai furti, un carico di pesce non è un bottino da rapina in banca, ma rappresenta pur sempre un danno per il proprietario. Senza dimenticare il danno alle recinzioni prese di mira dai malviventi, i quali però ora dovranno fare i conti anche con telecamere e una nuova tesa di filo spinato. Quanto al ricorso alla giustizia proprietari e conduttori hanno rinunciato da tempo: «Preferiamo impedire il furto che doverli denunciare, dopo quello che è accaduto con una sentenza a dir poco inaccettabile». •

Suggerimenti