Funerale negato
a chi convive,
parroco nella bufera

di Massimiliano Magli

Massimiliano Magli Doveva essere un volantino di routine con il calendario settimanale degli appuntamenti liturgici di Rudiano. Gli orari della catechesi, quelle delle prove dei cori e degli incontri per gli adolescenti. Ma in fondo agli annunci c’era una comunicazione che ha scatenato una bufera. Il parroco don Luigi Pellegrini ha ammonito le coppie conviventi: «Ricordo a queste persone che non possono ricevere la comunione, perché vivendo in stato di peccato non è possibile accostarsi al sacramento della riconciliazione e per lo stesso motivo non sono concessi funerali ai defunti». La precisazione del parroco ha subito fatto esplodere la polemica. Ilaria Cassarà ha sfogato la sua indignazione su Facebook: «Complimenti ai nostri preti: e questi sarebbero gli esempi per i nostri figli. Sono schifata». Il consigliere comunale di Roccafranca Marcella Costa si è detta incredula. STUPITA ANCHE Sara Zanchetti che ha affidato il suo pensiero ai social: «Posso cercare di capire la comunione, non condivido ma mi sforzo, ma il funerale...-si legge nel suo post - Poi magari si chiedono anche perché le chiese sono vuote». Le accuse piovono su tutti i fronti: Nicola Stolfini: «Avere una banca come lo Ior invece è misericordioso». Poi c’è che si sdrammatizza e provoca, come Annalisa Filini: «Si potrebbero aprire nuove attività, partendo dai cimiteri privati». Le parole di don Pellegrini si sono dunque trasformate in una sorta di bolla di «scomunica» per i cittadini conviventi che frequentano la parrocchia. «È stata una provocazione – precisa il sacerdote – ma anche un errore. Però è indubbio che voleva essere anche uno stimolo alla riflessione per i troppi adulti che hanno dimenticato cosa significa essere cattolici. In molti non digiunano più prima della comunione, altre famiglie si avvicinano all’eucarestia solo in occasione dei funerali senza essere passati dalla confessione, per non parlare dei ragazzi che abbandonano la parrocchia per tutta l’estate salvo poi tornare in chiesa come se niente fosse».

MA QUELLA DEI FUNERALI negati pare tuttavia una decisa forzatura, o no? «Sì, era una provocazione, ma tutto parte dalla superficialità con cui vengono affrontati i sacramenti. In consiglio pastorale ho avuto modo di chiarire la mia posizione e tutti mi hanno capito», conclude il parroco don Luigi Pellegrini. Dal silenzio traspare invece tutto l’imbarazzo dell’Amministrazione civica di Rudiano per la vicenda.

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