di Luciano Scarpetta
Il lago di Garda è 57 centimetri sopra lo zero idrometrico
Il lago di Garda è 57 centimetri sopra lo zero idrometrico
Il lago di Garda è 57 centimetri sopra lo zero idrometrico
Il lago di Garda è 57 centimetri sopra lo zero idrometrico

Ecco la pioggia, ma non basta. I temporali delle ultime 72 ore hanno contribuito a equilibrare un po’ la situazione nei fiumi e nei bacini naturali, ma non certo a dissolvere le criticità degli ultimi mesi che stanno facendo diventare il 2017 il secondo anno più arido degli ultimi cento anni dopo lo storico 2003.

ED IL LAGO di Garda corre subito ai ripari nella speranza di riuscire a gestire al meglio la siccità che stavolta sta mettendo a dura prova le risorse idriche. «Da questa mattina alle 10.30 - comunica il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa - abbiamo concordato con l’ingegner Luigi Mille di Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, di ridurre le fuoriuscite di acqua dall’edificio regolatore di Salionze da 72 metri cubi al secondo a 65: 35 mc sono destinati al Mincio, 25 al canale Virgilio e 5 al canale Seriola». Acqua preziosa per le coltivazioni a valle che rischiano altrimenti collassi onerosi.

Per effetto dei temporali negli ultimi tre giorni il livello del lago è aumentato di quattro centimetri, passando ora a 57 centimetri sopra lo zero idrometrico, con un riempimento del volume che si attesta al 35,2 per cento. Niente a che vedere in ogni caso con l’anno scorso quando nello stesso periodo il livello misurava mezzo metro in più. L’obiettivo è di non scendere in agosto sotto la fatidica soglia di +30 centimetri, sotto la quale si generano situazioni ecologiche e igieniche decisamente proibitive «e inammissibili» con rilevanti problemi di navigazione.

«In ogni caso non tutti i mali vengono per nuocere - afferma Ceresa - con un lago alto ai livelli 2016 il moto ondoso di questi giorni avrebbe procurato guai seri a spiagge, lungolaghi e litorali».

Sulla gestione e l’analisi dei fattori che caratterizzano la gestione e il coordinamento territoriale per l’uso plurimo delle acque del Garda si è discusso proprio venerdì in occasione dell’ultima riunione al gran completo del Consiglio direttivo della Comunità del Garda alla presenza del presidente Mariastella Gelmini e del presidente onorario Aventino Frau. «Per la salvaguardia degli equilibri quantitativi e qualitativi delle acque del lago sarebbe ora di intervenire con progetti infrastrutturali - spiega Pielucio Ceresa - ragionando con invasi che possano raccogliere l’acqua piovana anche del lago magari con l’ausilio di condotte: ora quando il volume delle acque benacensi è elevato dobbiamo necessariamente scaricare (fino a 150 mc al secondo) creando problematiche al Mincio e al Po, ma è evidente che tutta questa a acqua potrebbe essere convogliata altrove a fungere da riserva nei mesi critici». Sotto la lente d’ingrandimento anche l’attuale sistema di irrigazione delle campagne mantovane.

«L’invito - continua l’analisi di Ceresa - è a valutare alternative che non disperdano acqua come gli attuali sistemi a scorrimento attraverso i canali Seriola e Virgilio. Connesso a questo sarebbe magari opportuno realizzare colture meno idrovore come avvenuto nell’ultimo decennio con il vialone nano, una tipologia di riso che necessita per la produzione di un chilo, dell’utilizzo di 3500 litri di acqua». E’ infatti anche per questo motivo che a settembre, alla conclusione della stagione irrigua, c’è bisogno di ulteriori fuoriuscite di acqua dal lago verso le campagne mantovane.

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