Acque Bresciane
«Rischiamo i fondi
per il depuratore»

di Davide Vitacca
Lo storico depuratore di Peschiera, cuore del sistema di collettamento del sistema fognario gardesanoGianluca Delbarba
Lo storico depuratore di Peschiera, cuore del sistema di collettamento del sistema fognario gardesanoGianluca Delbarba
Lo storico depuratore di Peschiera, cuore del sistema di collettamento del sistema fognario gardesanoGianluca Delbarba
Lo storico depuratore di Peschiera, cuore del sistema di collettamento del sistema fognario gardesanoGianluca Delbarba

Le sfide sono chiare: depuratore del Garda e completamento del bacino di competenza, al quale manca ancora l’adesione di Garda Uno e dei Comuni della Valle Camonica. Acque Bresciane, nuovo gestore unico del servizio idrico integrato provinciale, lo scorso aprile ha inglobato le quote patrimoniali di AOB2 (per Sebino, Franciacorta e Bassa Pianura) e quelle in capo al Comune di Sirmione. La società per ora a totale capitale pubblico - presieduta da Gianluca Delbarba, un passato ai vertici di Cogeme - non nasconde il fatto che la partita più importante si giochi sul primo dei due fronti, il depuratore del Garda.

C’È IN PALIO il destino di una infrastruttura giudicata indispensabile per il futuro ecologico e turistico dell’intera area gardesana: il tanto atteso nuovo maxi depuratore che dovrebbe assicurare una volta per tutte una adeguata gestione dei reflui fognari.

Sebbene la concessione trentennale che il Broletto ha assegnato ad Acque Bresciane sia già in vigore ed efficace anche per il bacino in questione, Garda Uno non ha ancora conferito il ramo d’azienda. Dovrà farlo entro il 31 dicembre, altrimenti il rischio concreto è che il ministero dell’Ambiente possa ritirare il cofinanziamento di 100 milioni di euro a fondo perduto - e proprio ieri è giunto il segnale positivo della Corte dei Conti che ha dato l’«ok» allo stanziamento - per sostenere la costruzione dell’ambizioso sistema di collettamento e depurazione, a fronte di una spesa complessiva di circa 220 milioni.

«Si tratta di un contributo fondamentale, nonché di una cifra destinata a investimenti pubblici che non si vedeva da tempo nel Bresciano. E non possiamo lasciarcela sfuggire», è l’appello lanciato da Delbarba, che ricorda le esplicite prese di posizione politiche a favore della fusione di Garda Uno espresse tanto dal presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini quanto dall’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Maria Terzi.

Pagina a parte la Valcamonica, dove fino ad ora solo Pisogne e Angolo Terme sono già sotto il controllo di Acque Bresciane. Altri sei Comuni - Edolo, Sellero, Cedegolo, Malonno, Paisco Loveno e Sonico - hanno firmato la convenzione che a partire dal 1° gennaio 2018 ratificherà il loro ingresso nella sfera del gestore unico. Tutti gli altri non hanno ancora palesato una precisa volontà a riguardo, soprattutto alla luce dell’incertezza provocata dalla battaglia portata avanti dall’amministrazione comunale di Marone contro la partecipazione di enti a maggioranza privata (in questo caso A2A)

. «Vogliamo unirci per essere più efficienti, senza scavalcare nessuno ma valorizzando le singole competenze - ribatte Delbarba -: garantiamo fin da subito un piano trentennale di investimenti rivolto alla sistemazione e alla manutenzione delle reti locali del valore di 1 miliardo e 400 mila euro».

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