Al museo debuttano i pezzi della collezione Marchesini

di Maria Lisa Piaterra
I reperti sono considerati di eccezionale interesse archeologico
I reperti sono considerati di eccezionale interesse archeologico
I reperti sono considerati di eccezionale interesse archeologico
I reperti sono considerati di eccezionale interesse archeologico

Una nuova sezione entra a far parte del Museo civico archeologico della Valtenesi grazie alla donazione della famiglia Marchesini che verrà presentata al pubblico sabato mattina dalle 11 alle 12.30 nella sede di via Rocca a Manerba nell’ambito dell’evento «Cosa c’è di nuovo al Museo?». IL PUBBLICO potrà ammirare una selezione dei reperti archeologici di epoca romana appartenuti alla famiglia che entreranno a far parte del percorso museale attualmente composto da quattro sezioni. «Il materiale esposto è stato selezionato all’interno di una donazione più cospicua - ha spiegato il direttore del Museo, Brunella Portulano - al fine di creare una piccola sezione aggiuntiva a quanto già esposto, denominata ’Necropoli dell’Olivello’ dal nome del campo dove vennero scavate e poi documentate le sepolture dall’avvocato manerbese Giovanni Battista Marchesini tra il 1881 e il 1886». I materiali rinvenuti all’interno delle tombe rivelano che il sepolcreto dovette accogliere, tra la metà del I e l’inizio del V secolo d. C., i resti delle persone che lavoravano alle dipendenze dei proprietari della villa attigua o nei campi limitrofi. «Ci suggerisce questo - ha aggiunto Portulano - l’esclusiva presenza, almeno fra gli oggetti finora pervenuti, di attrezzi agricoli e di oggetti di uso quotidiano e, di contro, l’assenza di materiali di pregio e di ornamenti personali preziosi». L’avvocato, appassionato cultore di antichità del proprio territorio, custodì la sua collezione di reperti archeologici all’interno di due mobili/vetrine da lui progettate e fatte appositamente costruire, nel palazzo della sua famiglia nella frazione di Montinelle. Gli eredi la resero visitabile negli anni ad appassionati e scolaresche. Tra il 1992 e il 1993 la collezione fu catalogata scientificamente su indicazione dell’allora ministro per i beni culturali, ma negli anni successivi purtroppo una parte fu oggetto di furto. Nel 2002 la parte superstite della collezione venne dichiarata di eccezionale interesse archeologico con decreto del Soprintendente regionale. Giungiamo così ai nostri giorni, lo scorso anno l’attuale proprietario, Giorgio Cirilli, con il consenso della famiglia, ha donato la collezione al Comune che si è fatto carico di restaurarla per esporla al pubblico. La sezione dedicata alla «Necropoli dell’Olivello» si compone di tre parti: la prima allestita in uno dei mobili originali ripropone l’esposizione dei reperti in modo simile a come fu pensata dal Marchesini, la seconda è una ricostruzione di una struttura tombale della necropoli, mentre la terza vetrina ospita una scelta dei materiali che erano stati collocati all’interno delle sepolture: vasellame, lucerne, oggetti di ornamento e monete. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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