Auto di lusso e orologi, la banda del bidone

di Alessandro Gatta
Blitz antitruffe: in azione i carabinieri della stazione di Manerba
Blitz antitruffe: in azione i carabinieri della stazione di Manerba
Blitz antitruffe: in azione i carabinieri della stazione di Manerba
Blitz antitruffe: in azione i carabinieri della stazione di Manerba

Scacco matto agli specialisti della truffa: quattro arresti al termine di indagini durate mesi tra il Garda e il Friuli, tutti membri della nota famiglia dei Braidic, sinti di casa a Puegnago e accusati di aver tessuto una fitta tela di «esche» e affari fraudolenti, almeno otto quelli accertati (in poco più di un anno) e da cui avrebbero ricavato illecitamente oltre 90 mila euro. IL BLITZ martedì pomeriggio: tre in manette a Puegnago e un quarto in Friuli. Per loro il Gip ha già confermato ieri la custodia cautelare con accuse di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Il presunto capo, di 47 anni, è in arresto con due sorelle 40enni e il nipote di 24 anni. Una tecnica collaudata, e appunto efficace, molto simile a quella che nel 2015 aveva portato all’arresto di altri componenti della famiglia: la banda agganciava le vittime pubblicando golosi annunci sul web, proponendo la vendita di ville e immobili di lusso, orologi da collezione, barche e auto costose. Affari d’oro, ma solo per finta: le vittime s’incontravano con la banda, trattavano i vantaggiosi affari, si facevano abbindolare dai vestiti griffati, i macchinoni costosi, le interpretazioni magistrali dei truffatori che si fingevano magnati russi, tanto che si facevano chiamare Boris o Viktor. Convinte di trovarsi di fronte all’affare del secolo, le vittime si facevano persuadere a cambiare dei soldi, dietro compenso: in pratica il truffatore chiedeva di poter cambiare le sue tante, tantissime banconote (di grosso taglio) con altre banconote (di piccolo taglio). Soldi inevitabilmente falsi, che finivano in tasca dei malcapitati, che se ne accorgevano troppo tardi. A condurre l’operazione, diretta dal pm Ambrogio Cassiani, i carabinieri della stazione di Manerba coordinati dal maresciallo capo Marco Fainelli, in collaborazione con i colleghi di Salò e della Compagnia di Palmanova. SEMPRE ad opera dei militari di Manerba anche il doppio arresto di martedì a Padenghe: due malviventi, già processati per direttissima con l’accusa di furto aggravato, riuscivano a far «saltare» la chiusura centralizzata delle auto in sosta, intercettandone le frequenze, per svuotarle di oggetti di valore. Sono stati beccati in flagranza, ma non era la prima volta: oltre alla Valtenesi infatti avrebbero già colpito anche a Desenzano. •

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