Dopo la paura
l’incendio presenta
il conto

di Luciano Scarpetta
Anche gli ultimi e più ostinati focolai sembrano ormai messi all’angolo grazie al lavoro dal cielo e da terraLa spettrale visione del bosco di conifere devastato dalle fiamme:  ci vorranno giorni per la bonificaConfermata l’origine dolosa dell’incendio scoppiato a Tignale sabato
Anche gli ultimi e più ostinati focolai sembrano ormai messi all’angolo grazie al lavoro dal cielo e da terraLa spettrale visione del bosco di conifere devastato dalle fiamme: ci vorranno giorni per la bonificaConfermata l’origine dolosa dell’incendio scoppiato a Tignale sabato
Anche gli ultimi e più ostinati focolai sembrano ormai messi all’angolo grazie al lavoro dal cielo e da terraLa spettrale visione del bosco di conifere devastato dalle fiamme:  ci vorranno giorni per la bonificaConfermata l’origine dolosa dell’incendio scoppiato a Tignale sabato
Anche gli ultimi e più ostinati focolai sembrano ormai messi all’angolo grazie al lavoro dal cielo e da terraLa spettrale visione del bosco di conifere devastato dalle fiamme: ci vorranno giorni per la bonificaConfermata l’origine dolosa dell’incendio scoppiato a Tignale sabato

Anche ieri, per il quinto giorno consecutivo, è stato il rumore delle pale dell’elicottero a suonare la sveglia per gli abitanti di Vesio, e a certificare il fatto che l’incendio divampato giovedì, lungo il crinale che divide la valle di Bondo da quella di San Michele, non è ancora domato. Come sempre accade nel caso di roghi di vaste proporzioni, alcuni focolai alimentati dal vento fanno capolino qua e là lungo il fronte di quasi un chilometro.

«CI VORRANNO ancora diversi giorni per scongiurare il pericolo di una ripresa delle fiamme», spiegava ieri Vincenzo Dalò della Protezione Civile di Vesio, che encomiabilmente con altre decine di colleghi ogni giorno è impegnato nelle operazioni di bonifica. «In alcuni punti il sottobosco resinoso di aghi di pino arriva anche a 30-40 centimetri ed è inevitabile durante la notte la ripresa in quota di fumaioli. Sarà una bonifica lunga in assenza della pioggia». Purtroppo l’incendio scoppiato proprio durante la settimana di Ferragosto sta presentando il conto non solo a livello ambientale, 90-95 gli ettari di bosco di conifere andati in fumo, ma a anche a livello turistico. «Sono giunte segnalazioni da più di un operatore della zona - spiega il vice presidente del Consorzio Turistico Lago di Garda Lombardia, Luigi Bertoldi - di disdette in alberghi, case private e residence probabilmente sulla scorta della sindrome greca. Le fiamme nei giorni scorsi hanno lambito le case di Vesio, Villa e Pertica e qualcuno visto il perdurare dell’emergenza ha preferito trasferirsi altrove». Allarme quasi rientrato invece nel limitrofo Comune di Tignale, dove due notti fa un incendio inequivocabilmente doloso ha distrutto un paio di ettari di bosco e pineta. «È vero - conferma il sindaco di Tignale Franco Negri – sulla natura dell’evento ci sono pochi dubbi: gli inneschi, quattro o cinque, sono stati individuati a fianco della carreggiata che in località Terre bianche conduce in Puria, dietro cima Piemp». In questo caso la fortuna ha contribuito a evitare che l’incendio appiccato da qualche sconsiderato potesse assumere proporzioni gigantesche. Poco dopo le due l’allarme è infatti giunto alla base di Tignale Soccorso per merito di un residente che si stava preparando per uscire per una battuta di caccia.

NELLA NOTTE i volontari locali hanno mantenuto fortunatamente circoscritto il fronte, evitando la catastrofe; quindi al mattimo un Canadair e un elicottero da Tremosine sono stati dirottati a Tignale. Ieri erano operative tre squadre a terra di volontari di Tignale, Magasa e Odolo perché «qualcosa al centro della zona cova ancora ed è bene presidiarlo, ma è tutto sotto controllo». Per la serie corsi e ricorsi storici, lo scorso anno in occasione dell’incendio di San Silvestro, quando un vastissimo rogo provocato da alcune lanterne luminose distrusse circa 150 ettari di vegetazione a Bassanega di Tremosine, sulla vetta del monte Bestone, il giorno successivo anche 15 ettari di boschi a Tignale andarono a fuoco in località Consöl. Quella notte alle 2.30 si udì un grosso boato nella zona di origine del rogo, dove in precedenza i volontari di Tignale Soccorso avevano spento un altro paio di focolai. Un anno e mezzo dopo la storia si ripete: prima l’incendio di Tremosine per cause naturali, con la ripresa delle fiamme dopo otto giorni a causa di un focolaio che sembrava ormai domato, generato dalle saette di un temporale; subito dopo, due notti fa, l’incendio doloso a Tignale. Coincidenza o ignobile emulazione?

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