Il mistero di Pietro, ricerche in fondo al lago

I sommozzatori impegnati nelle ricognizioni dei fondali delle acque davanti al lungolago di Campione
I sommozzatori impegnati nelle ricognizioni dei fondali delle acque davanti al lungolago di Campione
I sommozzatori impegnati nelle ricognizioni dei fondali delle acque davanti al lungolago di Campione
I sommozzatori impegnati nelle ricognizioni dei fondali delle acque davanti al lungolago di Campione

Luciano Scarpetta Dopo oltre una settimana di ricerche e ipotesi investigative, c’è una piccola svolta nel mistero che circonda la sorte di Pietro Giordani il 33enne di Gargnano sparito nel nulla da venerdì 22 dicembre. La sua Fiat Panda rossa sarebbe stata intercettata nel tardo pomeriggio dello stesso giorno da una telecamere del sistema di videosorveglianza puntato sul lungolago di Campione nei pressi del circolo vela. Una circostanza che ha spinto ieri mattina i Volontari del Garda - proprio mentre gli amici di Pietro chiamati a raccolta dal fratello Ludovico si sparpagliavano nelle ricerche in alto Garda, ad effettuare una ricognizione nella frazione a lago di Tremosine. Il nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda - al termine del breafing sul piazzale della caserma Magnolini di Gargnano -, si è diritta verso Campione. Un luogo dove già l’altro ieri era stata notata l’unità navale della Guardia Costiera di Salò. Dalle 10 alle 11.30 due sub coordinati a terra da Mauro Fusato, hanno effettuato altre ispezioni più approfondite sul fondale nei pressi dei due moli del lungolago Vittorio Olcese. Le ricerche sono scattate proprio sulla scorta dell’esame dei video delle telecamere posizionate nelle vicinanze della sede del circolo vela che hanno registrato alle 18.50 del 22 dicembre, il transito di un’autovettura rossa, presumibilmente riconducibile a una Panda dal lungolago in direzione sud, ovvero verso il tunnel che immette sulla Gardesana in direzione di Gargnano. PER QUESTO MOTIVO, non escludendo nessuna ipotesi, i sub hanno controllato quel tratto di lungolago, ma fortunatamente le indagini hanno dato esito negativo. «La visibilità era ottima – ha spiegato uno dei sub appena riemerso – e non ci sono riscontri nelle vicinanze del molo, il primo accanto al porticciolo e la sede del Vela club, e di nessuna “strisciata” anomala sul fondale: abbiamo spinto un masso a valle notando i segni lasciati durante il rotolamento. Avremmo sicuramente visto le tracce lasciate da un’autovettura». Stesso esito poco più tardi dopo l’ispezione subacquea nei pressi del lungo molo di fronte alla chiesa. Non viene abbandonata tuttavia l’ipotesi che l’auto guidata da Pietro Giordani possa essersi inabissata nel lago. È stata nel frattempo individuata l’ultima persona che ha visto il 33enne. Si tratta del gestore della stazione di servizio di Gargnano. «Venerdì – conferma Claudio Andreoli –, come quasi tutti i giorni Giordano è passato a fare rifornimento con la sua Panda. Mi ha colpito il fatto che a differenza del solito, quando chiedeva 10 euro di benzina, avesse voluto un rifornimento da 20 euro. Ricordo che in quel frangente ho provato ad “attaccar bottone” con lui chiedendogli se era contento dell’arrivo del Natale, senza però ricevere risposta». •

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