Il questore
«C’è ancora
molto lavoro
da fare»

Il questore Vincenzo Ciarambino
Il questore Vincenzo Ciarambino
Il questore Vincenzo Ciarambino
Il questore Vincenzo Ciarambino

Lo stalker di Desenzano, purtroppo, è uno dei tanti: secondo i dati riportati dalla Casa delle Donne, il centro anti-violenza di Brescia, solo nel 2016 in provincia sono state quasi 600 le donne che hanno chiesto aiuto. Vittime di varie forme di stalking o atti persecutori, nel 90 per cento dei casi ad opera di mariti, compagni o ex fidanzati. Per combattere questa autentica piaga sociale anche a Brescia si lavora sulla prevenzione e sull’informazione.

NEL NOVEMBRE scorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Questura ha promosso la campagna di sensibilizzazione #questononèamore, incontrando in provincia più di 2.000 studenti e circa 200 docenti, dalla Valcamonica alla città. L’obiettivo è provare ad arginare un fenomeno che non accenna a diminuire: parlando ad esempio di ammonimenti, lo stesso provvedimento cui era stato sottoposto il 62enne di Desenzano poi arrestato, nel 2016 se ne contano oltre 80, quasi 30 in più rispetto al 2015.

«La cultura non è ancora sufficiente anche se in questi anni abbiamo fatto molto, aiutati dalla normativa - aveva spiegato il questore Vincenzo Ciarambino -: fino a 20-30 anni fa erano reati che si consumavano tra le mura domestiche, nel silenzio omissivo delle famiglie e dei genitori. Ma altri passi in avanti si possono e si devono fare». Parole sempre attuali: la violenza non va mai sottovalutata, ma va denunciata. Soprattutto adesso, a pochi giorni dal doppio femminicidio di Milano, che forse ha fatto aprire gli occhi a molti osservatori, ma non ancora abbastanza.A.GAT.

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