Il torrente Toscolano ha sempre più sete

di Luciano Scarpetta
I lavori nel greto del Toscolano: poca acqua ed ecosistema a rischio
I lavori nel greto del Toscolano: poca acqua ed ecosistema a rischio
I lavori nel greto del Toscolano: poca acqua ed ecosistema a rischio
I lavori nel greto del Toscolano: poca acqua ed ecosistema a rischio

«Manca solo l’acqua». È questa la disarmante e per certi versi surreale sintesi di Diego Almici, segretario dell’Unione pescatori bresciani e rappresentante dell’associazione La Fario. Sembra di essere finiti in un episodio di Scherzi a Parte, in realtà siamo sul torrente Toscolano, dove da circa tre settimane sono iniziati i lavori di rinaturalizzazione del corso che, soprattutto nella parte verso la foce, risulta simile ad un canale.

«Grazie a un finanziamento Cariplo da 250mila euro - illustra Almici - saranno riqualificate le sponde eliminando alcuni manufatti che impediscono la risalita delle trote per la riproduzione, creando delle scale di monta». Raccontata così sembra una bellissima esperienza. Tutto però rischia di essere vanificato dalla radicale alterazione del regime idrobiologico del torrente. «La causa ha nome e cognome e si chiama diga di Ponte Cola - è l’analisi Almici - lo sbarramento che ha creato il lago artificiale di Valvestino e che alimenta la centrale idroelettrica di Gargnano gestita da Enel». In effetti oggi dalla diga non esce una goccia di acqua verso la valle delle Cartiere ma viene dirottata a fianco per alimentare la centrale di Gargnano. «Enel - afferma Almici - dagli inizi del 2016 risulta totalmente inadempiente rispetto a quanto previsto dalle norme di legge in merito al rilascio del quantitativo di minimo di acqua, necessario a garantire la naturale integrità del fiume». Da quattro anni in collaborazione con l’ex Ufficio Pesca della Provincia di Brescia e lo studio Csba di Erba, l’associazione La Fario sta conducendo una campagna a tutela del fenomeno di risalita e riproduzione delle trote nel torrente monitorando gli esemplari, i nidi di frega e la sorveglianza del fiume.

DURANTE i sopralluoghi sono state notate numerose trote di grossa taglia, alcune stimate anche sui 10 chili, che si aggiravano presso la foce del Toscolano e non riuscivano a risalire a causa della scarsità d’acqua. «L’ultima stagione riproduttiva ha dato risultati disastrosi: a causa dell’ormai storica carenza di acqua e della totale assenza di pioggia, abbiamo contato solo 4 trote lacustri che sono riuscite a risalire per deporre le uova. Gli anni precedenti con le forti piogge che avevano aumentato temporaneamente la portata del torrente, abbiamo monitorato circa 50-60 esemplari all’anno tra maschi e femmine che si sono riprodotti. Adesso siamo di fronte al rischio di un disastro ambientale nel totale disinteresse della salute del fiume».

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