Il turismo ha scoperto il «mostro del Garda»

di Luciano Scarpetta
In tour alla ricerca di «Bennie»: le comitive di turisti tedeschi sono attratte dalla leggenda del mostroUn «identikit» artistico del mostro: la forma è quella un plesiosauro
In tour alla ricerca di «Bennie»: le comitive di turisti tedeschi sono attratte dalla leggenda del mostroUn «identikit» artistico del mostro: la forma è quella un plesiosauro
In tour alla ricerca di «Bennie»: le comitive di turisti tedeschi sono attratte dalla leggenda del mostroUn «identikit» artistico del mostro: la forma è quella un plesiosauro
In tour alla ricerca di «Bennie»: le comitive di turisti tedeschi sono attratte dalla leggenda del mostroUn «identikit» artistico del mostro: la forma è quella un plesiosauro

Con le prime foschie autunnali sulle acque del lago, anche sul Garda tra ottobre e novembre si respira un’aura misteriosa. Non come le atmosfere scozzesi del lago di Loch Ness, ma quasi.

LO DIMOSTRANO i primi pullman carichi di turisti che stanno arrivando dalla Germania, con tour organizzati espressamente sulle tracce del «mostro»: la fantomatica creatura (battezzata Bennie, da Benaco, per fare il verso al Nessie di Loch Ness) che tante persone fin dal XVI secolo hanno etto di aver visto affiorare dalle onde del Benaco.

Un mostro che secondo alcuni c’è, ma non si vede. O che viceversa, come dimostrano questi turisti tedeschi, non c’è ma si vede, nel senso che comincia ad avere un impatto come risorsa turistica.

Incuriositi dalle notizie degli ultimi «avvistamenti», dalla Baviera vengono organizzati in questo periodo i primi pullman appositi di turisti in visita ai luoghi dove la «creatura» è stata segnalata.

«Probabilmente tanti ricordano ancora lo speciale andato in onda in prima serata sulla Zdf, la più importante tv pubblica tedesca, con un reportage dedicato alla fantomatica creatura gardesana», ricorda Angelo Modina della Deep Explorers, il gruppo di subacquei di Toscolano Maderno che aveva affiancato la troupe tedesca sui fondali.

Nei mesi precedenti proprio loro avevano captato sui fondali una sagoma serpentiforme che, all’avvicinarsi del robot subacqueo, era «scodata» via. Così come le strane cavità filmate sotto l’isola Borghese: buchi di 40 centimetri di diametro che somigliano ai forami, le tipiche tane scavate nel fango dalle anguille, ma molto più grandi

LE COMITIVE trascorrono una settimana di vacanza sul lago visitando i borghi della sponda bresciana (da Limone a San Felice) e veronese, nelle località delle segnalazioni più o meno recenti; come all’isola di Garda il luogo dei primi avvistamenti riportati nel XVI secolo dai frati francescani. Qui, tra gli spettacolari scenari autunnali della Riviera, ammirando le acque increspate e i giochi di luce, allungano lo sguardo in cerca della sagoma di «Bennie».

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