L’«ombra» della
Mala del Brenta
sul Garda

di Alessandro Gatta
Il revolver con la matricola abrasa e le munizioni sequestrate
Il revolver con la matricola abrasa e le munizioni sequestrate
Il revolver con la matricola abrasa e le munizioni sequestrate
Il revolver con la matricola abrasa e le munizioni sequestrate

Cosa ci facevano a Desenzano un pregiudicato calabrese e un affiliato della mala del Brenta con un revolver con matricola abrasa e una fornitura di proiettili? L’interrogativo appare ancora più inquietante alla luce dell’allarme sulle infiltrazioni della criminalità organizzata sul lago di Garda lanciato in più occasioni dalla magistratura bresciana. Un interrogativo a cui ora cercheranno di dare risposte gli agenti del commissariato di Desenzano, guidati dal vicequestore Bruno Pagani. L’ARRESTO per detenzione e porto di arma clandestina e del relativo munizionamento scattato nel corso di un servizio di prevenzione anti-criminalità apre insomma scenari investigativi complessi. In cella sono finiti un 48enne di origine calabresi residente a Roncadelle (le generalità non sono state diffuse per non compromettere gli sviluppi delle indagini) che era già finito in passato sotto la lente degli inquirenti nell’ambito di indagini sulla criminalità organizzata e Massimo Castelli, ex «soldato» della vecchia Mala del Brenta che facevano capo al boss Felice Maniero. Massimo Castelli residente a Verona era stato scarcerato nell’autunno scorso dopo aver scontato quattordici anni di reclusione per la condanna legata a un agguato a colpi di kalashnikov avvenuto nel 2001 a Ferrara e per una rapina avvenuta nel 2004. La coppia di pregiudicati è stata intercettata a notte fonda da una Volante del commissariato di Desenzano in servizio di pattugliamento; i due, a bordo di un’autovettura Audi A4 con il motore acceso. sostavano in un parcheggio del lungolago di Rivoltella. Una presenza sospetta che ha spinto gli agenti ad avvicinarsi. Alla vista degli agenti, il conducente della berlina ha bruscamente accelerato cercando di allontanarsi per eludere il controllo, così rafforzando ulteriormente, però, i sospetti dei componenti della pattuglia. L’Audi è stata immediatamente bloccata. L’ATTENZIONE degli agenti si è subito concentrata su uno zainetto contenente una pistola a tamburo di marca Smith & Wesson calibro 357 magnum e numerose cartucce inesplose dello stesso calibro. La pistola era in perfetta efficienza, pronta a sparare all’occorrenza. L’arma, che aveva la matricola abrasa è stata sequestrata, i due sospetti sono stati immobilizzati e tratti in arresto. Entrambi sono poi comparsi davanti al gip del tribunale di Brescia che ha convalidato la misura cautelare e disposto che restino in carcere. Nel frattempo le indagini proseguono: saranno gli esami balistici sulla pistola ad appurare se il revolver abbia sparato recentemente e, in fase affermativo in quale occasione. Gli investigatori dovranno anche cercare di capire cosa stesse facendo a Rivoltella la coppia di pregiudicati e cosa stesse progettando. Particolare non indifferente da stabilire: a chi apparteneva materialmente l’arma? Di certo l’arresto di Massimo Castelli e del 48enne di Roncadelle testimonia l’efficienza della campagna di controlli predisposta dal commissariato nel corso della settimana a cavallo di Pentecoste che per il lago di Garda segna una sorta di spartiacque con l’avvento degli stranieri, tedeschi soprattutto. Proprio per garantire la massima sicurezza in quella che può essere considerata la prova generale del primo esodo estivo verso la riviera, la Polizia ha messo a punto una serie di pattugliamenti mirati nelle zone più vulnerabili di Desenzano. Il presidio del territorio ha consentito con ogni probabilità di prevenire un blitz criminale. Di quale natura lo dovranno stabilire le indagini su un episodio inquietante. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti