Due fidanzati e una loro amica si spacciavano per tecnici del gas e con un’abile messa in scena derubavano le vittime, quasi sempre persone anziane. Un copione talmente efficace che 15 volte su 26 è andato a buon fine, garantendo alla banda di ladri-truffatori 60 mila euro di refurtiva.
La striscia di colpi è stata bruscamente interrotta a Lonato dai carabinieri della Compagnia di Desenzano.
VENTISEI gli episodi contestati, tra tentati e riusciti, al terzetto che selezionava attentamente le potenziali vittime, anziani appunto, meglio se «over 80».
I furti con raggiro sono stati consumati fra maggio e giugno nell’area compresa fra le province di Brescia, Mantova, Cremona e Milano. Nonostante per i tre sia già scattata la condanna, le indagini proseguono perché c’è il sospetto che la banda sia entrata in azione anche a Trento e Verona. I tre ladri avevano studiato nei minimi dettagli il proprio piano, presentandosi dalle vittime con un furgoncino, vestiti con un giubbotto da lavoro e un falso cartellino di riconoscimento.
FINGENDO di dover effettuare un controllo, dopo aver carpito facilmente la fiducia di anziani inquilini, entravano con facilità nelle loro abitazioni. A quel punto, mentre uno componente della banda distraeva la vittima, i complici facevano razzia di gioielli e contante.
Il regista era un 34enne residente nel Basso Garda, spalleggiato dalla fidanzata di tre anni più giovane e da un’amica 45enne della coppia.
I 15 colpi andati a segno hanno fruttato complessivamente 60 mila euro di refurtiva, recuperata soltanto in minima parte dagli investigatori.
La banda entrava in azione simulando un’operazione di controllo architettata e messa in pratica al fine di distogliere l’attenzione dei padroni di casa che, ignari di quanto stava accadendo, venivano derubati. In alcuni casi i malviventi riuscivano addirittura a farsi fornire l’assist vincente direttamente dagli anziani, convinti a prendere tutto l’oro e i preziosi presenti all’interno dell’abitazione e a nasconderli all’interno del proprio frigorifero con la scusa che, nel caso si fosse verificata una fuga di gas, gli stessi oggetti si sarebbe danneggiati irrimediabilmente.
Una piccola distrazione e il gioco era fatto: il ladri potevano così entrare in possesso di denaro e oggetti preziosi. Il sospetto dei carabinieri è che molti anziani, per una forma di vergogna o pudore, non abbiano denunciato di essere stati raggirati e derubati. La svolta delle indagini è arrivata quando i carabinieri di Lonato sono riusciti, dopo aver raccolto diverse denunce e aver analizzato materiale fotografico, a individuare i componenti della banda. Li hanno seguiti per cogliergli sul fatto mentre stavano cercando di mettere a segno un nuovo colpo.
I tre sono già stati processati. Il 34enne è stato condannato ad un anno e nove mesi di reclusione senza condizionale, mentre alla fidanzata e all’amica sono stati inflitti rispettivamente 10 e 8 mesi. La pena è stata sospesa ed entrambe sono tornate in libertà.
I PROVVEDIMENTI adottati dal giudice fanno però riferimento solo all’episodio dell’arresto, avvenuto in flagranza di reato. I tre saranno ora rinviati a giudizio per gli altri episodi contestati, ai quali potrebbero aggiungersene altri. A questo proposito i carabinieri della compagnia di Desenzano hanno lanciato un appello invitando i cittadini che hanno subito raggiri e furti a presentarsi in caserma per appurare attraverso la comparazione delle foto segnaletiche se sono stati vittime della banda arrestata a Leno.