La chiatta adagiata
sul fondo entro un
mese tornerà a galla

di Luciano Scarpetta
Le operazioni di recupero del pietrame che è ancora a bordo della chiatta colata a picco a GardoneIl materiale in fase di recuperoIl carico e la chiatta sul fondo
Le operazioni di recupero del pietrame che è ancora a bordo della chiatta colata a picco a GardoneIl materiale in fase di recuperoIl carico e la chiatta sul fondo
Le operazioni di recupero del pietrame che è ancora a bordo della chiatta colata a picco a GardoneIl materiale in fase di recuperoIl carico e la chiatta sul fondo
Le operazioni di recupero del pietrame che è ancora a bordo della chiatta colata a picco a GardoneIl materiale in fase di recuperoIl carico e la chiatta sul fondo

Riprenderanno nella giornata di domani le operazioni di svuotamento del pietrame dal barcone che giace ormai da quasi tre mesi sul fondale a una cinquantina di metri dal porticciolo del Casinò di Gardone Riviera. Come scritto e ribadito, l’ormai celebre chiatta è ancora adagiata a un paio di metri dalla condotta fognaria sublacuale, rimasta per giorni in pressione sotto il peso dell’imbarcazione affondata a fine novembre. L’ultima immersione dei sub della Athos Diving di Malcesine è datata giovedì 22 febbraio e la sosta si è resa necessaria per far «ricaricare le pile» alle squadre che si alternano instancabilmente da mercoledì 14 febbraio sul fondale per recuperare il pesante carico dell’imbarcazione. LA SOSPENSIONE dei lavori è stata in seguito prolungata di qualche altro giorno per il sopraggiungere dell’ondata di freddo polare che rende inevitabilmente ancora più arduo e faticoso il lavoro nella stiva della chiatta a trenta metri di profondità. A oggi i lavori di svuotamento del barcone dal suo carico di laterizi (stimato tra le 30 e 40 tonnellate di peso) hanno consentito il recupero della metà circa di tutto il pietrame. Lunedì la fitta agenda stilata per il recupero della bettolina affondata prevede una riunione tecnica in municipio a Gardone Riviera alla presenza di tutte le parti coinvolte a vario titolo (e da tempo ormai) nella vicenda: consulenti dell’impresa della chiatta, proprietario di Villa Itolanda, tecnici comunali, Guardia Costiera e Carabinieri. L’INCONTRO dovrebbe consentire di definire i tempi e perfezionare le modalità di recupero del natante. Se tutto procederà senza intoppi, infatti, si punta a chiudere la questione nel giro di una trentina di giorni. L’obiettivo, tempo e condizioni meteo permettendo, è quello di liberare il relitto dal suo opprimente carico entro il 20 marzo e di procedere al suo definitivo recupero entro Pasqua (che cade domenica 1 aprile). Al termine prenderà subito il via la seconda fase del piano di recupero e bonifica, ovvero i lavori che saranno necessari per riparare e mettere in sicurezza la condotta fognaria. Giusto in tempo per l’inizio della nuova stagione turistica, periodo nel quale la condotta inizierà a lavorare a pieno regime con il sopraggiungere di migliaia di vacanzieri sulle sponde sempre più affollate del Garda. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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