La linea storica non è satura
«Inutile creare altri binari»

Alta velocità: la Brescia-Verona è ancora sotto la lente delle critiche
Alta velocità: la Brescia-Verona è ancora sotto la lente delle critiche
Alta velocità: la Brescia-Verona è ancora sotto la lente delle critiche
Alta velocità: la Brescia-Verona è ancora sotto la lente delle critiche

Domanda: ma era proprio necessario spendere 8 miliardi per un nuovo corridoio ferroviario tra Brescia e Padova, tagliando fuori fra l’altro le stazioni di Desenzano e Peschiera, scali del bacino del Garda con i suoi 24 milioni di presenze turistiche? Non sarebbe stato meglio potenziare la ferrovia esistente?

Una risposta è che basta consultare l’orario dei treni per capire che l’alta velocità, tra Milano, Brescia, Verona e Venezia non serve per viaggiare più veloci, non così veloci da giustificare tanti costi.

LO SPIEGA il dossier raccolto tempo addietro proprio dal Comitato per il parco delle Colline moreniche, che ha cronometrato i tempi di percorrenza dei treni veloci e il «margine» di vantaggio, che risulta esiguo, fra nuove linee Av e ferrovia esistente.

«Con la recente apertura della nuova tratta alta velocità Milano-Brescia, inaugurata il 10 dicembre scorso - scriveva il Comitato - constatiamo come i tempi di percorrenza si siano abbassati di ben 10 minuti su tutta la tratta Milano-Venezia Mestre. Il treno Freccia rossa 9710 che percorreva (no stop) la tratta Verona-Milano di 147 km in 75 minuti, ora ne impiega 65 alla media di 136 km/h. E con la nuova interconnessione alla stazione di Brescia, i tempi si ridurranno fino a 60 minuti, con velocità media sopra 150 km/h. Confrontando dati e tempi, siamo già in linea con altre tratte di Av, senza che servano interventi tra Brescia e Verona».

LA TESI è che non serva il nuovo «corridoio». Secondo il Comitato, la circolazione sulla linea Tav non potrebbe in nessun caso diventare più veloce che sulla linea esistente, che tra l’altro non è satura ma ha «spazio» per ospitare molti altri treni: «Nel 2007 sulla tratta Brescia-Verona correvano 158 treni giornalieri, nel 2016 scesi a 135». E non solo: con le nuove tecnologie, i treni dell’Av come Italo ed Etr 1000, possono correre sui binari vecchi a velocità non inferiori a quelle possibili sui nuovi binari dedicati.

Un’affermazione suffragata dallo stesso Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi: «Se prima sulla rete ordinaria si potevano raggiungere al massimo i 180 km/h, con il digitale e i nuovi sistemi di segnalamento, i treni potranno arrivare fino ai 250 km/h». Ma allora a che serve un linea veloce? V.R.

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