Maxi-sequestro di
coregoni. Blitz contro
la pesca di frodo

di Luciano Scarpetta
Un esemplare di coregone: il valore commerciale della specie attira bracconieri e pescatori di frodoUn gavone pieno di coregoni tra quelli sequestrati sul lago di Garda
Un esemplare di coregone: il valore commerciale della specie attira bracconieri e pescatori di frodoUn gavone pieno di coregoni tra quelli sequestrati sul lago di Garda
Un esemplare di coregone: il valore commerciale della specie attira bracconieri e pescatori di frodoUn gavone pieno di coregoni tra quelli sequestrati sul lago di Garda
Un esemplare di coregone: il valore commerciale della specie attira bracconieri e pescatori di frodoUn gavone pieno di coregoni tra quelli sequestrati sul lago di Garda

Nove giorni. Tanti sono quelli che prolungano (per ora) il divieto di pesca del coregone sul Garda: la pesca «legale», anziché dal 15 gennaio come da calendario, potrà riprendere da martedì 24 gennaio. Una proroga che aiuta la specie a completare il ripopolamento, reso difficoltoso dalle condizioni meteo, con temperature dell’acqua sui 10-11 gradi: troppo calde per la frega del coregone, iniziata più tardi del previsto.

ANCORA PIÙ GRAVE, in una stagione in cui la riproduzione è in ritardo, è il solito assedio dei pescatori di frodo: nelle reti dei bracconieri sono stati trovati cento chili di coregoni, pari a oltre 150 esemplari. pescati abusivamente nel Garda durante il divieto.

«In ambito bresciano - rende noto la Polizia provinciale, nei giorni scorsi - sono stati effettuati controlli nell’area costiera compresa da San Felice a Tremosine che hanno portato al sequestro e alla distruzione complessiva di circa 100 chilogrammi di Coregone-Lavarello, 23 reti da pesca della lunghezza ciascuna di circa una 70 metri e tre bilancini».

Per effetto di queste «retate», è stata anche elevata a un pescatore dilettante, una sanzione amministrativa di 2.000 euro per utilizzo abusivo di reti professionali. «La nuova legge sulla pesca - puntualizzano dagli uffici della Provincia - consente sanzioni più elevate rispetto al passato, da 1.000 a 6.000 euro per i dilettanti che utilizzano attrezzature professionali, introducendo risvolti penali per le specie protette».

Sulla distruzione del pescato, la Provincia puntualizzano che la competenza è passata alla Regione, ma in mancanza di disposizioni è inevitabile il disfacimento.

Sempre contro la lotta al contrabbando, ora la vigilanza ittica sul Garda viene effettuata solo da terra e non, come in passato, anche dal lago con la barca: «In concomitanza con “The floating piers” - si specifica - l’imbarcazione è stata dirottata sul Sebino per svolgere attività di sicurezza e va da sè che lavorando in convenzione con Regione Lombardia, la provincia al momento non ha i mezzi economici per l’acquisto di una nuova imbarcazione».

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