Microscopi
puntati sull’elisir
di lunga vita

di Luciano Scarpetta
Limone e il suo microclima custodiscono almeno dal Settecento il segreto dell’elisir di lunga vita
Limone e il suo microclima custodiscono almeno dal Settecento il segreto dell’elisir di lunga vita
Limone e il suo microclima custodiscono almeno dal Settecento il segreto dell’elisir di lunga vita
Limone e il suo microclima custodiscono almeno dal Settecento il segreto dell’elisir di lunga vita

Un nuovo ciclo di studi. Per arrivare alla formula esatta dell’elisir di lunga vita, la proteina che rende gli abitanti di questo piccolo angolo di lago di Garda un unicum a livello planetario. MICROSCOPI di nuovi puntati su Limone, la cui popolazione è stata studiata e ristudiata dopo la scoperta a inizio degli anni Ottanta della proteina A1 Milano. Venerdì 1 marzo, alle 20, negli spazi del centro congressi Daniele Comboni, verrà presentata la nuova equipe di medici e scienziati che seguirà un gruppo di 40 limonesi, oltre a una decina di ex residenti che ora vivono in varie città italiane o all’estero, tutti portatori del mutante. Parteciperanno all’incontro il professor Cesare Sirtori, decano delle ricerche sull’apo A1 Milano e i membri della nuova equipe: i professori Marcello Rattazzi e Nicola Ferri dell’Università di Padova, la professoressa Laura Calabresi, il dottor Massimiliano Ruscica e la dottoressa Chiara Pavanello, tutti dell’Università di Milano. «IL NUOVO CICLO di ricerche - spiega il sindaco Franceschino Risatti - punta ad analizzare a distanza di tempo quali siano state le effettive modificazioni cardiovascolari verificatesi nella popolazione studiata alla fine del secolo scorso». L’equipe ha obiettivi davvero ambiziosi: di recente l’apo A1 Milano si è dimostrata uno strumento di grande efficacia nel trattamento dello scompenso cardiaco, per ora nell’animale da laboratorio. Il professore De Gest dell’Università belga di Lovanio ha dimostrato che animali con scompenso cardiaco traggono grande beneficio da ripetute iniezioni del mutante. Si andrà alla ricerca quindi nuovi dati clinici dai limonesi a supporto di questa possibile terapia contro la malattia del cuore che più sta crescendo nel mondo. LA VICENDA. La scoperta è figlia di alcune analisi di routine del sangue effettuate nel 1979 (ma se ne ebbe notizia per la prima volta il 13 gennaio 1982) al Niguarda di Milano da Valerio Dagnoli, emigrato limonese. A causa dei valori abnormi di colesterolo riscontrati, l’uomo rischiava l’infarto. Dopo altre analisi, la scoperta: il sistema cardiovascolare di Dagnoli (deceduto nel dicembre scorso all’età di 86 anni), all’epoca 47enne, era uguale a quello di un giovane. I medici sbalorditi dal fenomeno decisero di indagare più a fondo e grazie al professor Cesare Sirtori, dell’Università di Milano, scoprirono la presenza di una proteina anomala che proprio per la sua particolare struttura si comporta in modo benefico, riuscendo a convogliare rapidamente i grassi dalle arterie fino al fegato, che poi li elimina. Ulteriori ricerche misero in luce che non solo la figlia del ferroviere presentava nel sangue la stessa anomala catena di aminoacidi, ma anche che altri abitanti del piccolo comune erano portatori del gene e potevano godere degli stessi effetti. Successive indagini stabilirono che tutti i portatori discendevano da un’unica coppia unitasi in matrimonio nella seconda metà del 1700. «Lo studio del sistema immunitario nei portatori della variante apo A1 Milano - conferma il sindaco Risatti - consentirà di capire meglio i meccanismi protettivi delle Hdl, il colesterolo buono, e, si spera, di fornire strategie innovative per il trattamento di patologie caratterizzate dall’attivazione cronica di questo sistema, come le malattie articolari e anche lo sviluppo dei tumori». Adesso la parola alla scienza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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