Il Termoutilizzatore
gioca in
difesa

di Mimmo Varone
La centrale policombustibile di Lamarmora interessata da un consistente piano di investimenti
La centrale policombustibile di Lamarmora interessata da un consistente piano di investimenti
La centrale policombustibile di Lamarmora interessata da un consistente piano di investimenti
La centrale policombustibile di Lamarmora interessata da un consistente piano di investimenti

Arrivano 60 milioni di investimenti sulla centrale policombustibile di Lamarmora e sul Termoutilizzatore di via Codignole. Ed è ormai cosa fatta il recupero del calore di Alfacciai per potenziare il teleriscaldamento e ridurre ancora in gap energetico di Brescia.

I CONTI di A2A vanno bene e si traducono in altri benefici per la città. Ieri il presidente Giovanni Valotti e l’ad Valerio Camerano hanno presentato alla commissione Bilancio del Comune gli aggiornamenti del Piano industriale 2018-22 in cui trovano conferma, tra l’altro 500 milioni di euro di investimenti sulle energie rinnovabili, 500 nuovi punti di ricarica di auto elettriche, 6 nuovi impianti di trattamento dell’organico per la produzione di biometano e compost oltre a 120 milioni per la conversione a metano della flotta di raccolta rifiuti, 21 nuovi impianti di depurazione delle acque e riduzione del 40 per cento delle perdite di rete. Si conferma l’aumento del dividendi: quest’anno salgono a 6,7 centesimi per azione dai 5,8 del 2017 e si prevedono a 7,5 per il 2019 con una crescita almeno del 5 per cento negli anni 2020/22.

LA COSA non può che far piacere al sindaco di Brescia Emilio Del Bono, che tuttavia da azionista incalza l’azienda su obiettivi di carattere ambientale: «A2A deve essere sempre impegnata a ottenere i migliori risultati nella riduzione delle emissioni - dice Del Bono - e una volta costruite le condizioni per le energie alternative, si vedrà se il Termoutilizzatore è sovradimensionato». Proprio l’impianto di via Codignole è stato oggetto di attenzione dei consiglieri (di opposizione in particolare) insieme al sistema misto di raccolta differenziata, alla decarbonizzazione della centrale di Lamarmora. Ma nessuna domanda è stata disattesa dai vertici della Multiutility ora operativa in quasi tutte le province lombarde. «Il nostro termoutilizzatore è uno dei migliori del mondo a giudizio della Ue e sono pronti 62 milioni per mantenerlo il migliore - sottolinea Camerano -: permette a Brescia, Milano e Bergamo di portare solo lo 0.6 per cento di rifiuti in discarica contro il 50 per cento del Centro Italia e l’80 del Sud». E «siamo pronti a tutte le analisi indipendenti su basi scientifiche», aggiunge Valotti. Di più, Brescia produce solo il 60 per cento del suo fabbisogno energetico, e se non ci fosse il gap sarebbe maggiore. E per aumentare la capacità del teleriscaldamento, Camerano precisa che «ci sono tutti gli estremi» per ripetere con Alfacciai l’operazione Ori Martin e recuperare il calore disperso dall’acciaieria. L’interlocuzione è arrivata a un punto cruciale e c’è grande riservatezza. In fase di sperimentazione è pure il teleraffrescamento, ma al momento la tecnologia «non dà ancora sufficienti garanzie». Differenziata: in due anni il sistema misto ha permesso di raggiungere l’impensabile quota del 72 per cento, «caso unico in tempi così brevi». Per Lamarmora l’opposizione chiede tempi rapidi senza aspettare il 2022. Tuttavia, gli investimenti degli ultimi 10 anni «rendono identico il profilo emissivo di carbone e gas - assicura l’ad - con inquinamento al suolo pari all’1 per cento per entrambi». La differenza è sul gas serra e sulle polveri comunque «molto inferiori ai limiti di legge». Intanto la pluralità di combustibile «permette di gestire meglio i picchi di mercato», e si prende tempo.

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