Per Valvestino e Magasa
il Trentino è dietro l’angolo

Magasa ha votato l’annessione al Trentino nel 2008
Magasa ha votato l’annessione al Trentino nel 2008
Magasa ha votato l’annessione al Trentino nel 2008
Magasa ha votato l’annessione al Trentino nel 2008

Con l’avvio del cronoprogramma della galleria di collegamento tra la Valvestino e le Valli Giudicarie in Trentino (progetto esecutivo pronto entro l’autunno 2018) i Comuni di Magasa e Valvestino cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel anche sul fronte dell’annessione. Dopo il referendum del 2008, il via libera di Regione Lombardia e l’accoglimento della proposta trentina, si attendono infatti buone nuove dai palazzi romani, dove da inizio legislatura il disegno di legge per l’annessione al Trentino è fermo, depositato alla prima commissione del Senato.

Il Comitato l’ha incardinato all’ordine del giorno e l’auspicio degli abitanti dei Magasa e Valvestino è che si possa iniziare la discussione questo autunno, prima del termine della legislatura. Proprio ieri - comunica il sindaco di Magasa Federico Venturini - il senatore Franco Panizza (segretario del Partito Autonomista trentino Tirolese) mi ha comunicato che il Senato ha votato il via libera per l’annessione in Friuli Venezia Giulia del comune veneto di Sappada». Anche in questo caso la cittadinanza si era espressa favorevolmente con un referendum che risale ormai a dieci anni fa. «È una buona notizia che abbiano votato con legge ordinaria e non costituzionale - sottolinea Venturini - perché i tempi per noi potrebbero essere più brevi del previsto». Per i circa 400 residenti dei due comuni bresciani si tratterebbe di tornare a condividere con il Trentino secoli di storia comune che solo l’avvento della dittatura fascista vide aggregare d’imperio alla provincia di Brescia. «Un’annessione dalla sera alla mattina decretata da Benito Mussolini - ricorda il sindaco di Magasa Federico Venturini - per permettere ai Feltrinelli di Gargnano, produttori di legname, di rifornirsi nei faggeti delle nostre montagne: era l’epoca dell’inizio della famosa autarchia, e c’era bisogno di carbone. Non fu certo un caso se poi qualche anno dopo il Duce trovò alloggio nella loro villa in riva al lago a Gargnano». Da allora iniziò un lento spopolamento, dovuto anche all’isolamento geografico della zona (i due comuni più vicini, Idro e Gargnano, distano oltre mezz’ora di tortuose strade). «Crediamo che con il nuovo tunnel (se il cronoprogramma non subirà variazioni, i collaudi dovrebbero effettuarsi nel gennaio 2023) - afferma Venturini - si potrà davvero uscire dall’isolamento in tutti i sensi: con la possibilità di arrivare a scuole, ospedali e perché no, posti di lavoro in pochi minuti, tanta gente che in passato ha dovuto trasferirsi potrebbe tornare a vivere nuovamente in Valle».L.SCA.

Suggerimenti