Reti di frodo nei canneti dell’Oasi San Francesco

di AGAT.
I gamberi finiti nella rete
I gamberi finiti nella rete
I gamberi finiti nella rete
I gamberi finiti nella rete

Pescatori di frodo nei canneti dell’Oasi San Francesco di Desenzano, area naturalistica protetta dove non solo è vietata la pesca, ma anche il transito in barca (peggio ancora se a motore): i bracconieri d’acqua dolce non sono ancora stati individuati, ma gli attivisti del Wwf Bergamo-Brescia, in collaborazione con la Polizia provinciale, sono riusciti a recuperare una rete abusiva lunga circa 50 metri. «UNA RETE che avrebbe fatto seri danni - fanno sapere dal Wwf - se non fosse stato per il maltempo che l’ha resa inutilizzabile. Nonostante ciò, durante le operazioni di rimozione sono stati trovati impigliati tra le meglie moltissimi gamberi. La stessa sorte sarebbe toccata ad altre specie come la scardola o il persico reale, ma anche piccoli avannotti che utilizzano il canneto dell’Oasi come nursery di accrescimento e rifugio». La segnalazione è arrivata pochi giorni fa da un privato cittadino, che ha contattato il Wwf dopo aver visto una barca rossa (a bordo c’erano tre persone) che trafficava oltre le boe che delimitano il divieto di accesso. I pescatori di frodo sono stati sorpresi dal maltempo e non sono riusciti a ritirare la loro rete, rimasta attorcigliata alle boe: la posizione è stata verificata il giorno successivo, quello dopo ancora si è proceduto al recupero e alla consegna alla Provinciale, che ha provveduto al ritiro e all’apertura delle indagini, con denuncia contro ignoti. «La presenza di pescatori di frodo in queste zone è indice di grande mancanza di rispetto delle normative - spiegano ancora gli attivisti del Wwf - ma purtroppo i controlli sono pochi e in molti pensano di poter agire indisturbati. La pesca e il suo controllo è un territorio quasi inesplorato, ma è arrivato il momento di cambiare le cose. Per il caso dell’Oasi chiediamo maggiori controlli e un ripristino urgente della segnaletica boe nonché sistemi adeguati di protezione. Chiediamo collaborazione anche ai pescatori amanti della natura, dell’ambiente e delle regole, che con la loro presenza costante possono segnalare qualsiasi illecito, così da tutelare il nostro territorio».

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