Sesso con minorenni in palestra 4 mesi in meno per il karateka

di M.P.
Carmelo Cipriano nel corso di un allenamento in palestra
Carmelo Cipriano nel corso di un allenamento in palestra
Carmelo Cipriano nel corso di un allenamento in palestra
Carmelo Cipriano nel corso di un allenamento in palestra

Una leggera riduzione di pena. Quattro mesi in meno, in appello, per Carmelo Cipriano, il maestro di karate di Lonato condannato in primo grado a nove anni e sei mesi di carcere in quanto considerato responsabile di abusi sessuali sulle allieve minorenni. IL PROCESSO di secondo grado è stato celebrato nel pomeriggio di ieri. L’accusa aveva chiesto una riduzione di pena di sei mesi riqualificando come di «lieve entità» uno dei capi d’imputazione. E la riqualificazione, da parte della corte d’appello c’è stata, ma di due mesi in meno rispetto alla richiesta dell’accusa. L’avvocato Riccardo Caramello, legale di tre parti civili, al termine del processo ha espresso soddisfazione perchè «complessivamente la gravità dei fatti rimane confermata». La parte offesa, nei cui confronti Cipriano, difeso dall’avvocato Andrea Zanotti, si è reso responsabile di un reato ritenuto, in secondo grado di lieve entità, non si era costituita parte civile. La vicenda degli abusi sessuali nei confronti delle allieve minorenni è venuta alla ribalta delle cronache nell’ottobre del 2017 quando Carmelo Cipriano è stato arrestato. Nell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere, mentre nel processo di primo grado aveva dichiarato: «È vero, ho avuto rapporti con le ragazze, ma erano relazioni sentimentali». Questa versione però, in primo grado non è stata ritenuta credibile e al termine del processo, il 29 marzo scorso, è stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione. E nelle motivazioni della sentenza il giudice Anna di Martino scrive di «un uomo del tutto incapace di reprimere i propri impulsi, ciò che, si badi, non è certo indice di patologia, ma solo di sfrenato libertinaggio». Sempre nelle motivazioni si legge parlando dell’attendibilità delle ragazze, che «nessun dubbio può esservi sulla credibilità soggettiva e sull’attendibilità dei loro racconti». L’arresto di Carmelo Cipriano, e i successivi sviluppi d’indagine e giudiziari, proprio per la gravità dei fatti contestati, hanno avuto risalto nazionale. Ora quindi, con una leggera riduzione della pena si è concluso anche l’appello. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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