Sulla ciclopedonale è guerra di confine

di Luciano Scarpetta
La ciclopedonale di Limone: la breve chiusura per la caduta di pietre ha innescato una dura polemicaFranceschino Risatti sulla ciclopedonale di Limone
La ciclopedonale di Limone: la breve chiusura per la caduta di pietre ha innescato una dura polemicaFranceschino Risatti sulla ciclopedonale di Limone
La ciclopedonale di Limone: la breve chiusura per la caduta di pietre ha innescato una dura polemicaFranceschino Risatti sulla ciclopedonale di Limone
La ciclopedonale di Limone: la breve chiusura per la caduta di pietre ha innescato una dura polemicaFranceschino Risatti sulla ciclopedonale di Limone

I frammenti di roccia caduti nell’ultimi tratto della ciclopedonale dei sogni di Limone stanno facendo rumore. Nonostante la ciclovia sia stata riaperta dopo poche ore, la pioggia di piccoli sassi ha innescato una battaglia di confine fra trentini e bresciani. Franceschino Risatti, sindaco di Limone, aveva subito stigmatizzato «l’allarmismo strumentale dei social», velando il sospetto di una campagna denigratoria verso la passerella mozzafiato diventata un’attrazione internazionale: 80 mila turisti l’hanno già visitata per una media di 3 mila presenze giornaliere dall’inaugurazione. Immediata la risposta trentina: Ezio Viglietti e Angiolina Maino, consiglieri in Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, hanno puntato l’indice contro i rischi idrogeologici del progetto della ciclovia a sbalzo e il sistema di protezione delle reti che non avrebbe funzionato. «Le ciclopedonali e il sentiero Ponale sono strategiche per turismo ed economia locale, ma occorre destinare parte dei fondi dei Comuni confinanti alla messa in sicurezza e ai provvedimenti sociali e sanitari». La ciclabile di Limone è stata, in sintesi, un lusso che l’alto Garda non poteva permettersi. Critiche rispedite al mittente da Franceschino Risatti che ha scommesso sul completamento dell’ultimo tratto di pista a sbalzo sul lago nel suo Comune per destagionalizzare l’offerta turistica dopo il tutto esaurito dei mesi estivi. «La misura è colma: non tolleriamo speculazioni strumentali. Chi ha ispezionato sabato mattina il versante, ovvero i tecnici della Geo Rock e il geologo Antonio Conti in elicottero, non ha rilevato nessun punto di distacco né di impatto del pietrame ritrovato sulla ciclabile. Con ogni probabilità si è trattato di un dilavamento causato dalla bomba d’acqua. Mi fermo qui, senza aggiungere altro perché come si dice in gergo, a pensar male non si fa mai peccato». AI GIORNALI TRENTINI, Risatti ha anche detto che non esclude di tutelare l’immagine di Limone nelle sedi giudiziarie. «Tutti hanno notato il foro individuato sulle maglie metalliche della ringhiera verso il lago: com’è possibile che un sasso proveniente dalla montagna sfondi la recinzione provocando lo strappo delle maglie verso l’interno della ciclopedonale?». Risatti si toglie qualche sasso dalla scarpa. «Sarebbe ora di finirla con la storia che la ciclabile di Limone è stata costruita con i soldi trentini - precisa il sindaco di Limone -. I finanziamenti del fondo comuni confinanti della legge 191/200 delle Provincie di Trento e Bolzano sono risorse economiche statali che loro dovrebbero versare in ogni caso a Roma, ma sono stornate direttamente ai Comuni confinanti. In questo modo si finanziano opere strategiche come la Gardesana, le fibre o le ciclabili, attenuando le disparità tra enti vicini». Infine l’avvertimento: «Se questa è la linea dei confinanti verso Limone, anche noi prenderemo in considerazione di rivolgerci altrove per reperire le materie da destinate a 30 mila pasti giornalieri dei nostri ospiti in estate e altri servizi». •

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