Tav Brescia-Padova: Salvini rilancia i cantieri

di Giuseppe Spatola
Il vicepremier Matteo  Salvini
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Il vicepremier Matteo Salvini

«Lavoriamo perché parta prima possibile la Tav fra Brescia e Padova. Più veloce si viaggia più veloci arrivano le merci». A dirlo, ieri sera a Treviso, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. «Quando si parla di grandi opere, noi siamo per il sì», ha aggiunto. Sarà. Intanto l'alta capacità ferroviaria Brescia-Verona, il primo lotto costruttivo Brescia Est-Verona (1.892 milioni di euro di costo totale, di cui 1.645 milioni di contratto tra Rfi e Cepav Due firmato il 6 giugno scorso), è già in ritardo di sette mesi sulla tabella di marcia perché Rfi non ha approvato nel settembre scorso (come previsto) il piano degli espropri. LA FIRMA avrebbe consentito alle imprese di accedere alle aree per avviare le lavorazioni preliminari. Tutto questo non è dunque avvenuto, e se anche il progetto esecutivo fosse pronto a fine maggio (in base al cronoprogramma contrattuale), i lavori non potranno partire subito, come era previsto. Questo è quanto raccontato da Corrado Bianchi, amministratore delegato di Pizzarotti Spa, socio al 27,27% di Cepav Due. Rfi e Cepav Due non smentiscono la ricostruzione, anche se Rfi fa sapere che «la progettazione esecutiva dell'opera procede come da cronoprogramma». Lo stesso ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha detto nei giorni scorsi che la Tav Brescia-Verona si farà, ma con progetto più «efficiente e sostenibile». Le incertezze di questi mesi, però, il rinvio della fase degli espropri, porteranno un rinvio della fase di avvio effettivo dei lavori di circa un anno in maggio 2020. • Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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