«I peaker rimediano ai cali di produzione»

di M.GIAN.
L’ingresso allo stabilimento
L’ingresso allo stabilimento
L’ingresso allo stabilimento
L’ingresso allo stabilimento

La costruzione di un peaker nell’ex Stefana ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, e non solo, sul piccolo comune di Nave. Ma cosa è un peaker? Secondo il patron del gruppo internazionale Duferco, Antonio Gozzi «è la soluzione prevista dal Pacchetto di energia clima dell’attuale Governo e dalla Strategia energetica nazionale (Sen) che prevede la decarbonizzazione del Paese da attuare entro il 2025». I peaker sono piccoli impianti istantanei e flessibili, capaci di entrare in funzione rapidamente e che sopperirebbero al calo di alimentazione della rete elettrica, evitando rischi di black out. Terna stima la necessità di 4,5 GW entro il 2030, di cui circa il 50% proprio da impianti turbogas in ciclo aperto. «L’instabilità del sistema elettrico nazionale dipenderà dalla graduale dismissione di centrali a carbone e dal conseguente sviluppo di energie rinnovabili, non prevedibili». E Brescia, provincia a vocazione industriale rischia di soffrire. «I peaker saranno solo il prossimo e non ultimo passaggio. Il futuro, non immediato, sarà la tecnologia innovativa per l’accumulo di energia da fonti rinnovabili e sistemi di rete digitali». L’impianto permetterà di fare introiti attraverso una remunerazione all’asta al ribasso: da 75 a 115 euro per ciascun MW di capacità impegnata. A Terna verranno versate le differenze positive fra il prezzo dell’energia elettrica venduta e il prezzo di esercizio del contratto. Il Comune di Nave, nel frattempo, resta a guardare «in attesa di informazioni più tecniche e dettagliate» attese nelle prossime settimane in un confronto pubblico tra l’azienda, la cittadinanza, esperti del settore e esponenti del Governo e dell’amministrazione locale: lo ha promesso Gozzi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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