Ufficio di Pastorale sociale della Diocesi «Nessuno faccia business con l’acqua»

di Cinzia Reboni
Enzo Torri direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale della DiocesiIn vista del referendum  tiene banco il dibattito sull’acqua
Enzo Torri direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale della DiocesiIn vista del referendum tiene banco il dibattito sull’acqua
Enzo Torri direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale della DiocesiIn vista del referendum  tiene banco il dibattito sull’acqua
Enzo Torri direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale della DiocesiIn vista del referendum tiene banco il dibattito sull’acqua

«Sull’acqua non ci devono essere speculazioni economiche. Tutto l’utile deve essere reinvestito nel potenziamento di impianti e reti». Il direttore Enzo Torri, ribadisce il concetto espresso dal documento elaborato dall’Ufficio di Pastorale sociale della Diocesi di Brescia sul referendum consultivo del 28 ottobre sulla gestione del servizio idrico integrato. «L’acqua è un bene pubblico che va tutelato - afferma Torri -. Il punto nodale è che tutte le risorse incassate dalle bollette dei cittadini e dagli investimenti pubblici e non, vadano a beneficio del servizio piuttosto che ad enti privati». La posizione di Torri è chiara: «È necessario evitare nella gestione del ciclo del- l’acqua potabile la possibilità di guadagni individuali o di società. Ciò si può realizzare attraverso una gestione pubblica che agisca direttamente, il cosiddetto “in house”, puntando poi al coinvolgimento di strutture non profit o del terzo settore. I privati vogliono guadagnare, e questo è legittimo, ma è una prassi che non può essere applicata su un bene primario e indispensabile come l’acqua». Il 28 ottobre i cittadini saranno chiamati a dare il loro parere in merito alla gestione del servizio idrico integrato per i prossimi trent’anni. Il Consiglio provinciale - dopo che l’assemblea dei sindaci nell’ottobre del 2016 aveva detto sì alla costituzione di Acque Bresciane - ha accolto la richiesta del referendum avanzata dal Comitato promotore, sostenuta dall’adesione di 55 Comuni bresciani in rappresentanza di oltre 300 mila cittadini, e avallata a dicembre dalla Commissione di garanzia istituita ad hoc. LA SCELTA DELLA Provincia di affidare la gestione ad una società mista pubblico-privata «è evidentemente in contrasto con il risultato del referendum nazionale del 2011, che sancì la salvaguardia dell’acqua come bene comune e diritto universale, evitando che diventi una merce privata o privatizzabile, ma pubblicizzandola mediante una forma di gestione pubblica e partecipata dei servizi idrici», sottolinea il direttore della Commissione della Diocesi. Da qui l’invito alla partecipazione attiva della cittadinanza «ad approfondire questo importante tema della difesa dell’acqua comune, sia ai fini della partecipazione a questo referendum che per effettuare una scelta più consapevole. Noi non suggeriamo ai cittadini quello che devono votare - conclude Torri -, ma chiediamo di approfondire la questione, prima di scegliere in totale autonomia, ma con consapevolezza». •

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