I 105 anni
dell’alpino
irriducibile

L’alpino Giacomo Vivenzi detto «Cumilì» brinda ai suoi 105 anni
L’alpino Giacomo Vivenzi detto «Cumilì» brinda ai suoi 105 anni
L’alpino Giacomo Vivenzi detto «Cumilì» brinda ai suoi 105 anni
L’alpino Giacomo Vivenzi detto «Cumilì» brinda ai suoi 105 anni

Oggi taglierà di slancio il traguardo dei 105 anni di età. Giacomo Vivenzi «Cumilì» di Marcheno per cinque mesi condividerà con Giacomo Tavelli «Cumì» di Collio - che compirà 106 primavere a settembre - il titolo di alpino più anziano della provincia. Ma a Giacomo Vivenzi non interessano gli attestati, quanto piuttosto che si tenga viva la memoria delle penne nere. Un desiderio comprensibile per chi come lui ha fatto parte del battaglione Vestone - o per dirla alla triumplina Vestù, lo stesso di Rigoni Stern autore «Il sergente nella neve», un'autobiografia della ritirata di Russia. Giacomo Vivenzi è quello che si dice un uomo tutto d’un pezzo, ma con un grande cuore. La sua è una storia semplice di onesto lavoro e fatica. Ha sempre tagliato e commerciato legna in tempi di pace ed in epoche di guerra. Porta il nome del padre che con la mamma Caterina Zanardini ha tirato su dieci figli. Alpino di leva nel ’34, tornato a casa, sembrava che la guerra dovesse solo sfiorarlo: avendo già tre fratelli al fronte sulla carta aveva diritto al congedo illimitato. Si era sposato da poco con l’amata Virginia, che gli farà compagnia per 60 anni, aveva due figlie Albertina e Dorina piccolissime. Invece fu richiamato: inviato al Brennero l’8 settembre del ’43 venne catturato dai tedeschi. Giacomo della prigionia ricorda soprattutto il cappellano padre Ottorino Marcolini, che teneva viva la speranza del ritorno. Nel 2013 gli è stata conferita la medaglia d'argento della Repubblica per gli internati. Oggi è un bisnonno felice di sette pronipoti. Stamattina riceverà gli auguri del sindaco Diego Bertussi e del presidente della sezione Ana-Brescia Gian Battista Turrini. • E.BER.

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