I primi 104 anni
di «Cumilì» decano
degli alpini bresciani

Giacomo Vivenzi brinda ai 104 anni
Giacomo Vivenzi brinda ai 104 anni
Giacomo Vivenzi brinda ai 104 anni
Giacomo Vivenzi brinda ai 104 anni

In Valtrompia le penne nere hanno scoperto l’elisir di lunga vita. Ieri a Marcheno Giacomo Vivenzi «Cumilì» ha tagliato il traguardo dei 104 anni condividendo temporaneamente il titolo di decano degli alpini bresciani a Giacomo Tavelli «Cumì» di Collio che raggiungerà il traguardo delle 105 primavere a settembre. Vivenzi apparteneva al battaglione Vestone, «Vestù» per dirla alla triumplina, quello di Rigoni Stern. L’esperienza della guerra ne ha forgiato il carattere e i valori ispirati alla solidarietà e all’altruismo. Vivenzi è diventato un esempio per la comunità. La sua esistenza è stata scandita dal duro lavoro: ha sempre tagliato la legna in tempi di pace e di guerra. Il soprannome «Cumilì» è dovuto al fatto che fosse l’ultimo di dieci fratelli. Di leva nel ’34, sembrava che la guerra dovesse solo sfiorarlo: aveva già tre fratelli al fronte - uno, Egidio, internato e morto di stenti, sepolto a Francoforte l'hanno riportato in paese nel 2011 -, si era sposato da poco con l’amata Virginia, che gli farà compagnia per 60 anni, aveva due figlie Albertina e Dorina piccolissime. Ma lo richiamarono: sul Brennero l’8 settembre del ’43 i tedeschi presero tutti. Durante l’interminabile prigionia ricorda il cappellano padre Ottorino Marcolini, che teneva viva la speranza del ritorno. Nel 2013 Vivenzi è stato insignito della medaglia d'argento della Repubblica. Ora lui è sempre lì nella sua bella casa circondata dai prati , legge il giornale , gode fuori il sole nelle belle giornate pronto ad un consiglio per tutti. E tutti ieri si sono radunati attorno a lui per festeggiarlo. E.BER.

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