Il ponte ha un’anima purissima

I cubi che, legati da enormi «viti» formano il ponte sul lago di Iseo vengono prodotti nella Bassa bresciana
I cubi che, legati da enormi «viti» formano il ponte sul lago di Iseo vengono prodotti nella Bassa bresciana
I cubi che, legati da enormi «viti» formano il ponte sul lago di Iseo vengono prodotti nella Bassa bresciana
I cubi che, legati da enormi «viti» formano il ponte sul lago di Iseo vengono prodotti nella Bassa bresciana

Cinzia Reboni

L’«anima» del ponte di Christo nasce nel «cuore» della Bassa Bresciana, e più precisamente a San Gervasio, sede delle tre aziende del gruppo Zinoni: Asco Plast, Ziber Plast e Zetabi. É da qui che ogni giorno partono per il cantiere allestito alla Montecolino di Pilzone d’Iseo 1.400 cubi e stock di viti giganti che andranno a comporre l’«alveare» galleggiante che per 16 giorni farà vivere a migliaia di persone l’effetto stupefacente di camminare sull’acqua.

UNA VOLTA ARRIVATI ai cancelli, i cubi vengono trasportati allo scivolo di alaggio utilizzato in passato dagli idrovolanti della Caproni, dove gli operai li assemblano in acqua, avvitando meccanicamente i «pioli» di connessione. Il core-business dell’azienda di San Gervasio, che conta settanta dipendenti, è il settore dell’automotive. Ma l’impresa ha dovuto adattarsi in fretta alle esigenze del mega progetto. «Per i cubi destinati a The Floating Piers è stata messa in atto una tecnica di lavorazione particolare - spiega il titolare Francesco Zinoni -. Innanzi tutto andava verificata la resistenza meccanica: sono stati provati quattro tipi di materiale, e alla fine si è optato per quello che dava le maggiori garanzie. Un altro aspetto fondamentale è la flessibilità della struttura, che deve comunque sopportare il peso delle migliaia di visitatori». Ogni metro quadrato del ponte modulare galleggiante - corrispondente a 4 cubi che misurano ciascuno 50 centimetri per lato, per un’altezza di 40 centimetri - è in grado di sopportare fino a una tonnellata di peso. Siccome il procedimento di installazione è estremamente complesso, le banchine vengono allestite in 30 sezioni di 100 metri ciascuna, e solo successivamente verranno montate in un unico camminamento.

Il collaudo della prima piattaforma, a Pilzone - durante il quale è stato effettuato il test di galleggiamento e di resistenza al moto ondoso - è stato entusiasmante. «Quando su quella zattera bianca hanno steso il tessuto arancione che cambiava colore col riflesso del lago ho capito che, una volta completata l’opera, il risultato sarebbe stato stupefacente - spiega Zinoni -. Camminare sull’acqua, galleggiando sui cubi prodotti dalle nostre aziende, è stata un’emozione unica».

DAL 1978 IL GRUPPO di San Gervasio è specializzato nella lavorazione delle materie plastiche nel settore automotive dove, secondo il titolare, «è indispensabile una grande tecnica e un’alta professionalità: se nei test 30 pezzi su un milione non sono buoni, si viene scartati». Il punto di forza dell’azienda è il know how sul soffiaggio delle materie plastiche, tecnica fondamentale anche nella creazione dei cubi di The Floating Piers. Quanto a Christo, «il valore di un artista si misura anche dalla sua modestia, e lavorare con lui è stato un piacere oltre che una grande esperienza umana - osserva Zinoni -. E chissà, forte del nome che porta, potremo ottenere qualcosa di buono anche da lassù...».

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