Materne private,
oltre 1,3 milioni
per Brescia

Cinzia Reboni

Otto milioni di euro per contribuire alle spese di gestione ordinaria, quelle che spesso rendono finanziariamente insostenibile la struttura. Un sostegno diretto che, dando ossigeno ai conti, libererà risorse da destinare al potenziamento dell’offerta formativa, al rinnovo delle strutture e al «raffreddamento» delle rette, incentivando così la pari opportunità di scelta delle famiglie che in periodi di crisi sono costrette spesso a ragionare in termini di tariffa più conveniente.

La Regione erogherà in questi giorni i fondi a sostegno delle scuole dell’infanzia non statali e non comunali per l’anno scolastico 2016-’17. La quota destinata alla provincia di Brescia è di poco inferiore a 1,4 milioni di euro. A beneficiare dei soldi messi a disposizione dal bando dedicato saranno 253 asili e materne per un totale di 794 sezioni distribuite su 140 Comuni.

PER QUANTO il valore assoluto del contributo per singolo istituto possa sembrare poco significativo, in realtà rappresenta una spinta strategica in un periodo di austerità diffusa. A livello territoriale il pacchetto più consistente di «aiuti», pari ad oltre 360 mila euro, finirà nella Bassa; a seguire la Franciacorta con poco più di 254 mila euro. Importante lo stanziamento per la Valcamonica, che si trova al centro di una fase di profonda evoluzione della rete di strutture per la prima infanzia imposta dal calo demografico e scandita da progetti di accorpamento che, in un territorio geograficamente articolato, rischiano di mettere in crisi la storica capillarità del servizio.

In questo contesto, come sottolineato dal consigliere regionale della Lega Nord Donatella Martinazzoli, «è importante che oltre 168 mila euro arrivino alle scuole camune». Proprio il network di scuole d’infanzia private paga il dazio più pesante alla latente crisi economica e, in certi casi, alla fisiologica perdita del personale religioso. Negli ultimi due anni, l’offerta ricettiva degli asili della nostra provincia ha perso 300 posti, e in alcuni casi la scuola è stata soppressa: emblematica la vicenda della materna di Milzano, chiusa e messa all’asta giudiziaria. In questo contesto pesa la fuga dalle materne dei genitori spaventati dal caro-rette. Un fenomeno che la Regione sta combattendo concretamente con strumenti come il «nido gratis» inserito nel pacchetto Welfare, dove figurano anche il Bonus famiglia (dall’altro ieri è possibile presentare la domanda per ottenere il benefit) e il Fondo per le politiche della famiglia.

«Con queste misure sosteniamo ogni aspetto della vita di una famiglia - sottolinea l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini -: una serie di interventi importanti sono rivolti ad esempio alle donne in stato di gravidanza che si trovano in difficoltà economica nelle fasi di gestazione e di prima cura del neonato. con un contributo fino a 1000 euro». Parolini rimarca la trasversalità degli aiuti.

«IL PROVVEDIMENTO dei nidi gratis è rivolto anche alle famiglie dei bambini che frequentano asili privati convenzionati, che talvolta rappresentano in molti Comuni l’unico presidio educativo per questa fascia di età, confermando la sussidiarietà e libertà educativa caposaldi della politica di Regione Lombardia», conclude l’assessore regionale.

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