Morto in Norvegia,
attesa e lacrime
a Limone

di Luciano Scarpetta
Luca Beretta ha perso la vita   durante un’escursione scialpinistica
Luca Beretta ha perso la vita durante un’escursione scialpinistica
Luca Beretta ha perso la vita   durante un’escursione scialpinistica
Luca Beretta ha perso la vita durante un’escursione scialpinistica

Un’attesa scandita dal dolore e da un shock impossibile da smaltire. I tempi del rimpatrio della salma di Luca Beretta, si sono allungati. Ci vorranno almeno altre 48 ore ha confermato ieri al rientro in Italia Mariella Rosà la moglie del commerciante travolto e ucciso da una slavina in Norvegia. È toccato a lei accompagnata dal figlio 19enne, dalla mamma e dalla sorella sbrigare le meste pratiche per ottenere - con il supporto dell’ambasciata italiana - il nullaosta alla sepoltura dalle istituzioni di Oslo. E aspettando di poter idealmente abbracciare per l’ultima volta il 47enne, la comunità di Limone non può far altro che stringersi attorno ai genitori e ai due fratelli della vittima. Luca Beretta che abitava da anni in Trentino è stato ucciso giovedì pomeriggio da una valanga in Norvegia mentre era in vacanza con alcuni amici.

Ieri mattina, come detto, sono rientrati in Italia Mariella Rosà, il figlio Davide che erano immediatamente partiti per raggiungere l’ospedale di Tromso non appena ricevuta la notizia dell’incidente. Con loro sono atterrati a Milano anche gli altri componenti della comitiva sopravvissuti all’escursione sui monti di Lyngen: Fabio Spinazzè di Riva, Alessandro Marcolla di Dimaro e Paolo Righi di Arco.

LUCA BERETTA abitava dalla fine degli anni Novanta ad Arco: a Nago Torbole aveva aperto il negozio di abbigliamento sportivo «Skypper». Ma con Limone aveva mantenuto un rapporto stretto.

Comprensibile lo stato d’animo della comunità: ieri la tradizionale festa di Mezza Quaresima è stata vissuta in tono minore. Impossibile non pensare alla tragedia. A Limone abitano Ferruccio e Piera Danti, i genitori di Luca Beretta e i due fratelli, Marco il più giovane e Claudio, conosciutissimi per i loro negozi di abbigliamento nel centro storico.

«Non ci sono parole per descrivere questi momenti – osserva Massimiliano Martinelli esercente di Riva e amico fraterno di Luca –: adesso bisogna cercare di stare vicini alla famiglia e provare a superare questo evento che ci ha colto tutti impreparati. L’avevo sentito prima della partenza e mi aveva detto che aveva preparato la trasferta sui monti norvegesi con il consueto scrupolo e tutte le premure del caso».

INVECE IL DESTINO ha voluto diversamente e il dramma si è consumata giovedì vicino al piccolo centro abitato di Lyngseidet, nel nord del Paese scandinavo: a metà pomeriggio, verso le 16, la comitiva era impegnata in una salita scialpinistica quando un paio di slavine si sono staccate da due lati, travolgendo Beretta e Marcolla.

Mentre quest’ultimo è stato estratto illeso quasi subito dalla neve, Luca è rimasto seppellito dalla massa nevosa. Nonostante l’immediato arrivo dei soccorsi e l’impiego di un elicottero della Croce rossa norvegese, Luca Beretta è stato ritrovato troppo tardi, trascinato a notevole distanza dal punto di impatto e ricoperto da quattro metri di neve.

Malgrado una sacca d’aria l’avesse mantenuto in vita per circa due ore, la temperatura corporea dello scialpinista di Limone era fatalmente precipitata e vani sono stati i tentativi di rianimazione all’ospedale di Tromso.

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