Bando comunale per il monastero: volano gli stracci

di Fausto Scolari

A Provaglio, mentre un punto interrogativo incombe sul futuro della parte pubblica, quella di proprietà comunale, del Monastero di San Pietro in Lamosa, la cui gestione per i prossimi 10 anni sarà decisa dall’esito di un bando (apertura delle buste il 29 gennaio), è botta e risposta tra la Fondazione che ne ha gestito per quasi un ventennio la vita e il sindaco che ha scelto la via del bando pubblico per individuare il nuovo (vecchio?) gestore. NEI GIORNI SCORSI il presidente della Fondazione San Pietro in Lamosa ha scritto una lettera aperta nella quale evidenzia alcune perplessità. «La Fondazione non ha mai fatto sentire la propria voce a proposito della decisione del Comune di indire un bando. La voce è stata per ora tolta a chi ci lavora, che altri non sono che le persone che hanno concepito l’acquisto del monastero, hanno trovato i fondi per la ristrutturazione, hanno lavorato senza sosta per ridare al luogo l’anima perduta per colpa di secoli di incuria. La voce resterà muta finché non ci sarà un vincitore del bando. Un bando che dà un pesante valore all’offerta economica e che non favorisce di certo la Fondazione San Pietro in Lamosa, che non è nata per trarre profitti dalla gestione del monastero. Vincerà senz’altro il migliore, ne sono certo. Se non fossimo noi, il vincitore avrà una responsabilità in più, perché non potrà vantare meriti circa il fatto che il monastero esista e sia divenuto ciò che è. Se invece fossimo noi i vincitori, ce l’avremo fatta grazie alle nostre forze». Un affondo a cui ha replicato il sindaco Marco Simonini: «Una convenzione - scrive il primo cittadino - non ha il potere di spegnere una voce. Dopo più di 20 anni, con proroghe e rinnovi ripetuti, la convenzione è arrivata a naturale scadenza, e il Comune si muove secondo le nuove normative». E ancora il sindaco Simoni precisa: «Anche l’attuale amministrazione ritiene che chi debba vincere debba essere il migliore, che sarà quella realtà che avrà messo in campo le proprie forze, senza far ricorso a interventi pubblici o limitando al minimo l’aggravio su essi. Il migliore sarà quello che una commissione tecnica indipendente valuterà in base alle proprie competenze derivanti dai loro curricula riconosciuti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti