Bosco Stella, l’ultima spallata
è del Consorzio Franciacorta

di Cinzia Reboni
Per il Consorzio Franciacorta la discarica è una minaccia per i vigneti
Per il Consorzio Franciacorta la discarica è una minaccia per i vigneti
Per il Consorzio Franciacorta la discarica è una minaccia per i vigneti
Per il Consorzio Franciacorta la discarica è una minaccia per i vigneti

La risposta è arrivata a stretto giro di posta. E la presa di posizione anche. L’appello ad unirsi all’offensiva contro il progetto Bosco Stella a Castegnato lanciato dai comitati Salute e Ambiente è stato subito accolto dal Consorzio per la tutela del Franciacorta. In quello che da più parti viene considerato il «momento cruciale» della crociata contro la discarica - il responso definitivo della Regione è atteso prima di Natale - il coro di «no» si rinforza con una voce autorevole. Il Consorzio ha preso una chiara posizione sull’operazione inviando ieri una lettera ai vertici della Regione, al Ministero delle Politiche agricole e al presidente della Provincia, Pier Luigi Mottinelli. «In rappresentanza delle 113 cantine associate e di oltre cento viticoltori che producono un giro d’affari di circa 200 milioni di euro - scrive l’amministratore delegato Giuseppe Salvioni -, il Consorzio esprime in modo chiaro e univoco la sua più ferma opposizione al rilascio dell’autorizzazione della discarica in località Bosco Stella». L’ente che custodisce e preserva l’unica Docg bresciana pone prima di tutto una questione economica. «La Franciacorta è caratterizzata dalla presenza di ettari di vigneti destinati alla produzione di famosi e rinomati vini Doc e Docg conosciuti e venduti in tutto il mondo - si legge nella nota del Consorzio -. L’apertura di una discarica, oltre a causare gravi e notevoli pregiudizi per l’ambiente e il paesaggio, danneggerebbe irrimediabilmente anche l’economia della zona».

Per quanto attiene invece al profilo strettamente giuridico, «la realizzazione della discarica comporterebbe un grave danno all’immagine del Consorzio Franciacorta, per effetto dell’impatto negativo che le aziende produttrici associate verrebbero a subire in seguito alla realizzazione di un impianto di così rilevanti dimensioni». Ma il Consorzio non si ferma alle considerazioni di merito. «Il danno - sostiene Salvioni -, sulla base di precise e adeguate valutazioni economico-aziendali, potrebbe gravare sulla responsabilità di enti e autorità coinvolte nel rilascio dell’autorizzazione». Come dire: attenzione, qualcuno potrebbe trovarsi a dover pagare i danni provocati dall’impianto di smaltimento rifiuti. «Esiste una normativa - sottolinea Salvioni - che sottopone a tutela le aree vocate a produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, come appunto i vini Doc e Docg. Stato, Regioni ed Enti locali, nell’ambito delle loro rispettive prerogative, devono salvaguardare tali produzioni».

Il Consorzio invita dunque la Regione a «rigettare l’istanza». Infine, conclude il documento, «suscita perplessità che il dovuto ripristino ambientale di una cava passi attraverso l’apertura di una discarica che, lungi dal restituire al territorio il suo aspetto originario, lo vulnera in modo definitivo e deturpante».

I comitati Salute e Ambiente hanno redatto una cartina che testimonia la situazione dell’area interessata al progetto: nella mappa sono visibili i numerosi vitigni presenti a ridosso della zona, già satura di criticità, dove A2A vorrebbe aprire la discarica. Sito, ritenuto «il migliore» secondo un’analisi comparativa fra ben 75 alternative effettuate da A2A, ma inspiegabilmente tenuta rigorosamente secretata anche ad Asl e Arpa.

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