«I divieti non ci fanno paura» L’Oglio resta il mare di casa

di Giancarlo Chiari
I bagni nel fiume Oglio sono un richiamo irresistibile per moltiCanali e seriole sono le località più gettonate per i bagni
I bagni nel fiume Oglio sono un richiamo irresistibile per moltiCanali e seriole sono le località più gettonate per i bagni
I bagni nel fiume Oglio sono un richiamo irresistibile per moltiCanali e seriole sono le località più gettonate per i bagni
I bagni nel fiume Oglio sono un richiamo irresistibile per moltiCanali e seriole sono le località più gettonate per i bagni

L’Oglio è ancora la piscina preferita di molti. Non ha scivoli, trampolini e spogliatoi, ma acque fresche, senza cloro, con nuotate e tuffi gratuiti. Piccolo dettaglio: è vietato dal 1982. Trentasei anni fa il DPR 470, seguito dall’articolo 18 della legge 422, che nel dicembre 2000 attuò una direttiva europea del 1976, vietò la balneazione in acque con condizioni non idonee. Furono incaricati i sindaci di individuare eventuali spiagge «idonee» e sabilire divieti per quelle che non lo erano, e l’autorità sanitaria di controllare, con analisi periodiche, la qualità delle acque, delle spiagge idonee e di quelle che i sindaci proponevano come idonee. DA ALLORA poco è cambiato: i sindaci non hanno individuato spiagge da controllare ma hanno collocato con parsimonia i divieti. La legge che ha subito diverse modifiche ha sempre lasciato alle amministrazioni locali il compito di indicare quali potessero essere proposte come spiagge fluviali libere, senza precisare le risorse disponibili per controllarle e garantire la sicurezza. Negli ultimi vent’anni diverse associazioni ambientaliste hanno sfidato il divieto con tuffi collettivi per chiedere l’applicazione integrale del principio, ma nulla è cambiato. I sindaci, alle prese con il problema depurazione non del tutto risolto, hanno posto i cartelli con i divieti ma pochissimi hanno stabilito sanzioni e inviato la Polizia locale sulle spiagge. L’Oglio, con la sua rete di seriole e canali irrigui, quest’anno ricchi di acqua, restano la piscina preferita, in particolare per chi non può spendere. «Questo è il nostro mare» ha affermato un uraghese sulla spiaggia dei Prati verdi a Pontoglio. Il prezzo dell’ingresso delle diverse piscine costruite, specie in momenti di crisi economica, ha rilanciato le spiagge dei poveri. I sindaci hanno chiuso un occhio considerando che i nuovi depuratori hanno migliorato la qualità delle acque. I cartelli con il divieto ci sono, pochi e non troppo in vista, ma sul cartello non è segnata l’entità della multa. Per Capriolo, Palazzolo, Pontoglio, l’Oglio è la piscina di tutti e a Palazzolo a chi ama i tuffi offre diversi trampolini, ponte Giusi, passerella, ponte romano, e nelle campagne dei paesi che lo circondano ponti e ponticelli di canali e seriole. Tra chi sceglie il fiume c’è chi contesta le piscine affollate di questi giorni. «Nell’Oglio - dice chi commenta il divieto - non mi son mai beccato niente, ma in piscina si corre davvero il rischio di prendere funghi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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