Montisola si
candida a
patrimonio Unesco

La bellezza di Montisola: può diventare patrimonio dell’UnescoIl sindaco Fiorello Turla
La bellezza di Montisola: può diventare patrimonio dell’UnescoIl sindaco Fiorello Turla
La bellezza di Montisola: può diventare patrimonio dell’UnescoIl sindaco Fiorello Turla
La bellezza di Montisola: può diventare patrimonio dell’UnescoIl sindaco Fiorello Turla

Alessandro Romele Dopo la notizia dell’arrivo dei 10 milioni da Regione Lombardia a finanziamento dei 16 progetti dei Comuni del G16, il Sebino guarda al futuro turistico con più ottimismo sull’onda lunga di quel «The Floating Piers» che riuscì a catturare l’attenzione del mondo. Ne è consapevole in particolare Fiorello Turla, sindaco di Montisola, che preso da un sano entusiasmo ha postato sul suo seguitissimo profilo social una frase che ha colpito nel segno: «Montisola ora si può candidare a Patrimonio Mondiale dell’umanità Unesco. Ha tutte le carte in regola per provarci. Noi ora punteremo in alto! Il futuro appartiene a chi ha il coraggio di sognare». UN SOGNO? O un obiettivo possibile? «Non è una strada facile - ha spiegato il sindaco - ma giunti a questo punto, ci sembra doveroso provarci. La nostra Isola è una candidata forte: la sua bellezza non la scopriamo ora». Ma il percorso di questi ultimi anni parla da solo: «Siamo entrati a far parte dei Borghi più belli d’Italia - ricorda Turla -, l’Eden European Destination of Excellence, ci ha segnalati e scelti come “Destinazione romantica d’eccellenza“, si è parlato di noi alla kermesse romana “I Borghi delle Meraviglie”, siamo stati raccontati da programmi televisivi e giornali nazionali ed internazionali. Poi, nell’estate del 2016, c’è stato Christo con il suo progetto: un evento che farà parlare del Sebino per decenni. Insomma, riteniamo giusto iniziare un percorso che sarebbe la ciliegina sulla torta per il nostro territorio». La prassi prevede l’inoltro della richiesta (un «curriculum» all’Unesco). Ci sono vari questionari da completare e una serie di valutazioni di commissioni internazionali. Oltre ad essere un territorio «insulare» senza auto e fabbriche, in effetti sono tantissime le bellezze che l’isola lacustre più grande d’Europa può vantare: dal Santuario della Ceriola al lungolago di Peschiera, dall’Oratorio di San Rocco affrescato dal Romanino alla Festa quinquennale di Carzano, dagli itinerari ambientali immersi nel verde alle isolette di San Paolo e di Loreto. Per arrivare infine alle produzioni tipiche, il salame, le sardine essicate, le reti, le barche artigianali. Insomma: una serie di caratteristiche ambientali e culturali che potrebbero interessare molto alle varie Commissioni che valutano, per ogni candidato, i criteri culturali e naturali. L’Italia, con 53 siti, è la maggiore rappresentante mondiale dell’Unesco: tra i futuri possibili entranti in lista figura anche la città di Bergamo e i paesaggi lacustri del lago Maggiore e del lago d'Orta. Il lago d’Iseo, di certo, non sfigurerebbe. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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