Olio sebino al top d’Italia
Il Gambero Rosso esalta
il «Nepos» di Montisola

Maurizio Riboli, di Montisola, mostra orgoglioso i suoi prodotti
Maurizio Riboli, di Montisola, mostra orgoglioso i suoi prodotti
Maurizio Riboli, di Montisola, mostra orgoglioso i suoi prodotti
Maurizio Riboli, di Montisola, mostra orgoglioso i suoi prodotti

Un olio talmente eccellente, da meritare le tre foglie, la votazione massima, dal Gambero Rosso, nela prestigiosa Guida enogastronomica agli «Oli d’Italia 2017».

TRA I PRODOTTI da frantoio migliori del Paese, è da quest’anno entrato a pieno diritto anche il «Nepos», prodotto da Maurizio Ribola di Montisola, l’unico «tre foglie» del Sebino bresciano, che si è guadagnato la descrizione di «olio deciso, emozionante».

Una grande soddisfazione per il giovane agricoltore isolano, che solamente da due anni ha aperto una azienda sua, grazie all’aiuto della famiglia e di Aipol.

«Si tratta di un olio monocultivar prodotto dalla Sbresa, l’oliva autoctona di Montisola - spiega Maurizio -: al naso entra deciso, con sentori di erbe aromatiche, fiori campo e cicoria. Al palato è complesso, ma fine, con sentori di mandorla, conifere ed erba di campo, concludendo con un amaro piccante che lo rende perfetto».

L’olio «Nepos» è il primo olio sebino in assoluto ad ottenere il massimo riconoscimento nazionale dalla guida Gambero Rosso: il brand ora verrà esportato anche all’estero.

«IL RICONOSCIMENTO è frutto di un lavoro duro e costante – continua Ribola - dedichiamo tanto tempo alla cura dell’uliveto: dalla potatura alle varie concimazioni, fino alla lotta agli agenti patogeni ed alla mosca dell’olivo. Abbiamo introdotto poi la potatura a vaso polifonico per favorire l’arieggiamento e l’insolazione. Alla fase di raccolta arriviamo quindi con delle olive praticamente perfette. Raccogliamo a mano con le reti a terra, e portiamo il prodotto immediatamente al frantoio, proprio per preservare le qualità organolettiche intatte. Nepos ha un’acidità intorno allo 0.1 percento, i perossidi sono intorno al 4, i polifenoli ssono su 363».

Un grazie non puo’ non andare alla sua famiglia: «Fino a qualche anno fa l’olivicoltore di famiglia era il nonno – chiude Maurizio - ho ereditato la passione per l’agricoltura da lui». Un’eredità ideale che oggi vale il massimo riconoscimento nazionale. AL.ROM.

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