Omicidio, nessuno sconto di pena

di M.P.
Indagini dei carabinieri poche ore dopo il delitto a Erbusco FOTOLIVE
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Un secondo appello, un’altra conferma. Dopo il processo di secondo grado che ha stabilito la conferma della condanna a 17 anni per Manuel Rossi, è stato celebrato quello contro la fidanzata Giulia Taesi. Ed anche in questo caso la corte d’assise d’appello ha confermato il verdetto di primo grado: 16 anni, dei quali 15 anni per l’omicidio di Riadh Belkahla e un anno per spaccio. Il delitto risale al 12 aprile 2016 quando il cittadino tunisino venne ucciso con 81 coltellate a Erbusco. Manuel Rossi è stato condannato a 17 anni, uno dei quali per droga. NEL PROCESSO di ieri il sostituto procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna inflitta a Giulia Taesi in primo grado. Al centro della vicenda giudiziaria c’era un debito di 1000 euro. Denaro che i due fidanzati avrebbero dovuto dare a Riadh Belkahla. Per l’accusa un elemento importante è rappresentato dal messaggio che Giulia Taesi invia alla vittima nelle ore che precedono il delitto, messaggio in cui scrive: «Tutto a posto». Nella ricostruzione accusatoria poi la giovane, è seduta sul sedile posteriore, sull’auto della vittima accanto a cui si trova Manuel Rossi. La difesa di Giulia Taesi, rappresentata dagli avvocati Loretta Pelucco e Adriana Vignoni, ha innanzitutto eccepito l’inutilizzabilità di alcuni atti. Evidenziato inoltre il «forte contrasto» tra quanto sostenuto dagli investigatori e quanto dichiarato invece dal consulente di medicina legale. Ma la decisione della corte sarà sicuramente più chiara quando si potranno leggere le motivazioni della sentenza, che dovranno essere depositate entro 60 giorni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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