Polemiche e recriminazioni
nel «day after» di Cogeme

di Giancarlo Chiari
Non si placano le polemiche dopo la rielezione dei vertici di Cogeme
Non si placano le polemiche dopo la rielezione dei vertici di Cogeme
Non si placano le polemiche dopo la rielezione dei vertici di Cogeme
Non si placano le polemiche dopo la rielezione dei vertici di Cogeme

Per la prima volta dalla costituzione di Cogeme, Rovato e Cazzago, due dei Comuni fondatori, sono fuori dalla maggioranza che ha eletto il Consiglio di amministrazione dopo estenuanti mediazioni, confermando Giuseppe Mondini alla presidenza. L’assemblea ha certificato la sconfitta del sindaco di Rovato Tiziano Belotti che pur contava sull’appoggio di vertici regionali della Lega.

ANDREA BIANCHI, sindaco di Trenzano, ha commentato: «Gli schieramenti si sono sempre confrontati, nel 2009 fui protagonista dell’accordo per l’elezione di Gianluca Delbarba presidente. Nel 2012, come Maclodio non votai il board di Dario Fogazzi presidente, inadeguato, indicato dal sindaco Roberta Martinelli. Nel 2015 nessun socio ha messo in discussione che il presidente dovesse avere la fiducia di Rovato. Mai la governance è stato nominato con solo il 50,4 % del capitale senza il suo appoggio. Anche se il nuovo Consiglio di amministrazione è sostenuto dal 90% del capitale, escludere Rovato e Cazzato dalla stanza dei bottoni indebolisce la governance».

Il sindaco di Castrezzato guarda al passato. «Con Antonella Podavitte, sindaco di Urago d’Oglio, non avevamo votato il primo Consiglio di amministrazione poi imploso dopo le dimissioni di tre esponenti - ricorda Gabriella Lupatini -. Il tempo ci ha dato ragione. La messa in scena all’inizio dell’assemblea scandita dal dietro front di due dei tre consiglieri dimissionari ha confermato i limiti del compromesso che aveva portato all’elezione della governance uscente».

Francesco Pasini, sindaco di Passirano è fiducioso. «Bisognava superare ad ogni costo la fase di stallo per consentire a Cogeme di completare l’operazione strategica di aggregazione fra Lgh e A2A. Questo board non è espressione di un partito ma del bacino di utenza della società, una scelta opposta a quella della Lega Nord che pretendeva di affidare la multiutility a tecnici lontani dal territorio».

In attesa del preannunciato ricorso al Tribunale amministrativo, il Consiglio di amministrazione si dovrebbe riunire la prossima settimana per recuperare il tempo perso: la prima incombenza sarà appunto varare le regole operative del matrimonio fra Lgh e A2A. Un passaggio delicato, specie in un momento di forti recriminazioni.

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