Salvare i carpioni:
cinque anni
senza pesca

di Luciano Scarpetta
Un magnifico esemplare di carpione del Garda: 5 anni di fermo pesca
Un magnifico esemplare di carpione del Garda: 5 anni di fermo pesca
Un magnifico esemplare di carpione del Garda: 5 anni di fermo pesca
Un magnifico esemplare di carpione del Garda: 5 anni di fermo pesca

Cinque anni di divieto totale alle pesca del carpione, il rarissimo salmonide autoctono del lago di Garda, da anni considerato tra le 10 specie animali a più immediato rischio di estinzione in Italia.

LO STOP alla pesca è stato firmato dal presidente della Provincia di Brescia, Pierluigi Mottinelli, seguito dalla Provincia di Verona. Appena arriverà la firma della Provincia di Trento, la tutela della specie sarà totale: il Salmo Trutta Carpio, infatti, vive solo nel lago di Garda.

Ma è davvero così drammatica la situazione? Di fatto per il carpione la vita si è fatta dura negli ultimi anni: sempre meno letti di frega naturali, sempre più diverso il «microclima» per una specie molto particolare, che si riproduce solo a elevate profondità, tra 80 e 200 metri.

Già nel 1464 il Carpione era protetto da un decreto della Repubblica di Venezia, che lo nobilitava a piatto d’onore nei banchetti pubblici. Ma se allora si tutelava l’abbondanza di una risorsa alimentare, oggi si tutela l’esistenza stessa di questi pesci.

Ora, dopo il drastico calo delle catture iniziato verso la fine del secolo scorso (negli anni Sessanta la pesca era in media sui 250 quintali l’anno, mentre oggi non si parla più di peso ma di numero di catture) le provincie di Brescia e Verona nei giorni scorsi hanno stabilito il divieto di pesca al carpione per i prossimi 5 anni.

INSERITO nel 2006 nella lista rossa del Wwf e dell’Unione internazionale della Conservazione della natura, la Provincia di Brescia ha varato negli ultimi anni delle misure per salvaguardare il carpione. Nel 2008, con l’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda e l’Istituto Zooprofilattico di Brescia, ha istituito il progetto «Salvacarpio».

Inoltre ha avviato una collaborazione con gli incubatoi della sponda bresciana del lago (Desenzano e Tremosine) per programmi di allevamento in cattività. Ma la specie è delicata e la riproduzione «in provetta» si è rivelata difficile, con risultati concreti ma modesti nei numeri.

La specie è ridotta al minimo e la moratoria che istituisce il divieto di pesca nel prossimo quinquennio è volta difendere gli ultimi esemplari, per mantenere in vita le speranze di ripopolamento.

Ma i guai per i pesci autoctoni del Garda non si limitano al carpione: a rischio estinzione le alborelle, vittime dei mutamenti ambientali. Dai circa 1300 quintali di media pescati negli anni ’80 si è passati nel decennio successivo a 22 quintali del 2001, fino ai soli 3,5 del 2003. Per questa specie il divieto di pesca, in vigore dal 2011 è stato prorogato al 30 giugno 2017.

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