Terra e tecnologia,
Ca’ del Bosco
è nel futuro

di Giancarlo Chiari
Per Cà del Bosco l’obbiettivo è di raggiungere entro il 2020 quota 250 ettari di superfici vitate
Per Cà del Bosco l’obbiettivo è di raggiungere entro il 2020 quota 250 ettari di superfici vitate
Per Cà del Bosco l’obbiettivo è di raggiungere entro il 2020 quota 250 ettari di superfici vitate
Per Cà del Bosco l’obbiettivo è di raggiungere entro il 2020 quota 250 ettari di superfici vitate

Creare vini unici puntando sulla terra per la produzione, su ricerca e passione per la qualità, su automazione e robot per ridurre la fatica: questo l’obiettivo del piano industriale di Ca’ del Bosco, l’azienda di Erbusco che è già tra le eccellenze assolute della Franciacorta.

SUL PIANO DI SVILUPPO, già in fase avanzata e spalmato sul periodo 2017-2020, Ca’ del Bosco sta investendo oltre 50 milioni di euro. Tra gli obbiettivi dichiarati: portare a 250 gli ettari a vite (erano 203 lo scorso anno, già con un +23,77% rispetto al 2014), mediante l’acquisto o l’affitto dei terreni per 25 anni con prelazione sui successivi. Bisogna pensare in grande per il futuro dell’azienda e dei 120 lavoratori, che diventano 400 con gli stagionali. Il presidente di Ca’ del Bosco, Maurizio Zanella, past president del Consorzio di tutela del Franciacorta, da sempre punta sulla qualità. Ieri, presentando alla stampa specializzata di tutta Italia l’annata 2009 del pregiatissimo Anna Maria Clementi, ha fatto visitare il nuovo impianto di raffreddamento e lavaggio, circa 10mila metri quadri, realizzato quest’anno. La «missione» di questo impianto, mostrato e spiegato alla stampa ieri in tutti i dettagli funzionali, è di lavare le uve subito dopo la raccolta per abbattere quanto si è depositato sugli acini nella maturazione, eliminando ogni residuo di trattamento che possa in qualche modo pregiudicare la pressatura. Le cassette, 15 o 16 chili di uva appena raccolta a mano, vi arrivano direttamente dai vigneti, su bancali con chip che riportano ogni parametro. Vengono caricate su un nastro che le porta alla refrigerazione e al lavaggio, a cui segue la selezione delle uve. Il sistema avvia poi i grappoli all’asciugatura con getti d’aria che li ruotano, per asciugare ogni acino, quindi li indirizza alla pressa. «L’impianto, tratta duemila quintali al giorno - ha spiegato Zanella - consente di garantire la vendemmia nel momento ottimale, riducendo fatica e stress per i nostri lavoratori. Il sistema elimina tutti i residui, per una vendemmia certificata, a vantaggio di valorizzazione di sapori e profumi delle uve». Dopo l’ispezione all’impianto, la visita è continuata al cantiere che amplierà la cantina sottoterra.

«L’AMPLIAMENTO - ha spiegato il presidente Zanella - risponde sia alla necessità di spazi adeguati, 6 mila metri quadri su due livelli, per allungare l’invecchiamento sui lieviti dei Franciacorta, in particolare la nostra Cuvée Prestige. Inoltre è funzionale alla creazione di un magazzino per i nostri mezzi agricoli, una cinquantina. Una volta finiti, i nuovi spazi saranno collegati agli attuali con tunnel di 100 metri. La nuova cantina sarà poi coperta ritornando ad essere vigneto». E fuori dall’azienda? La nuova rotatoria sulla Provinciale? «La chiedevamo da 18 anni - ha risposto Zanella -. La finanziamo noi per oltre l’80%, pensando ai nostri lavoratori e ai clienti. Credo che i lavori inizieranno a ottobre».

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