Un sogno trasformò contadini e muratori in abili strumentisti

di C.REB.
Il servizio per le Prime comunioni  svolto nel  maggio del 1998
20 giugno 1967:  verso   il santuario della Madonna della Rosa
Una rara immagine d’epoca della formazione  «Santa Cecilia»
Il servizio per le Prime comunioni svolto nel maggio del 1998 20 giugno 1967: verso il santuario della Madonna della Rosa Una rara immagine d’epoca della formazione «Santa Cecilia»
Il servizio per le Prime comunioni  svolto nel  maggio del 1998
20 giugno 1967:  verso   il santuario della Madonna della Rosa
Una rara immagine d’epoca della formazione  «Santa Cecilia»
Il servizio per le Prime comunioni svolto nel maggio del 1998 20 giugno 1967: verso il santuario della Madonna della Rosa Una rara immagine d’epoca della formazione «Santa Cecilia»

La Banda di Monticelli Brusati nasce nel 1927 dopo un’articolata gestazione sociale e artistica. È la passione frutto di una tradizione musicale radicata che spinge contadini e muratori a deporre vanga e martello per imparare a suonare uno strumento musicale. GIOVANNI RAVELLI è il primo maestro. «Arrivava con la corriera della sera alle sei e mezzo. Era alto, elegante bello, con il cappello largo. Era bravo e severo, viaggiatore senza denaro e senza valigia, cenava e dormiva da Gioan de Doro. Compose per noi una brillante marcetta intitolata: “Ai miei bravi allievi di Monticelli Brusati”». Così viene descritto il direttore in uno scritto di Elena Alberti Nulli, attraverso il ricordo di Giuanì Spicì, che il maestro lo aveva conosciuto bene. Giovanni Ravelli rimane a Monticelli fino al 1954, quando cede la bacchetta a Luigi Musatti (detto «Zucchi»), che con il prezioso aiuto di Giovanni Gavazzi («Galèl») e di Gino Clerici («Sofìo») tiene viva la voce della Banda fino al 1965, facendo da colonna sonora agli avvenimenti più importanti del paese. POI, PER DODICI ANNI, gli strumenti tacciono. «Sono gli anni del benessere e della contestazione - si legge nelle cronache postume della Banda - e sembra non esserci più tempo per le semplici melodie della piazza». Ma la voglia di fare musica torna a farsi sentire nelle strade e nelle contrade, rimaste orfane di quell’«orchestra a cielo aperto». Così, nel 1977, grazie al sindaco Mario Scotti, il Corpo bandistico «Santa Cecilia» rinasce sotto la presidenza di Vittorio Bozza e la direzione di Valentino Di Pietro. L’intero paese viene tappezzato di manifesti, per non correre il rischio che qualcuno si perda l’evento. «Dopo alcuni anni di assenza si è riformato il Corpo bandistico - recita l’avviso -. Tutti i cittadini sono invitati il 2 ottobre 1977 al cinema-teatro per la consegna dei nuovi strumenti e delle targhe di benemerenza ai più anziani, già componenti della precedente Banda». NEGLI ANNI SUCCESSIVI la bacchetta direttoriale passa nelle mani prima di Giuseppe Orizio e poi di Domenico Corradi, coadiuvati da Paolo Corsini. È di questo periodo la nascita del giornaletto «La grancassa», che stabilisce un affettuoso rapporto tra la Banda e la popolazione. Dal 1983 il Corpo Bandistico di Monticelli Brusati è stato diretto da Giorgio Tonelli, coadiuvato dal vice Bruno Rossetti. Dal gennaio di quest’anno il podio è passato a Marco Ducoli, mentre dal 2015 il presidente è Angelo Bozza. La formazione conta attualmente 38 strumentisti. •

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