Svolta etica con
i primi testamenti
biologici

I primi sette bresciani che hanno usufruito delle nuove opportunità offerte dalla legge sul fine vita depositando il testamento biologicoIl presidente  Massimo Ottelli I moduli  delle  Dat   vanno  consegnati  a un notaio o in ComuneIl primo cittadino  Diego Bertussi Ezio Mondini «guida» DarfoIside Bettinsoli  sindaco di Irma
I primi sette bresciani che hanno usufruito delle nuove opportunità offerte dalla legge sul fine vita depositando il testamento biologicoIl presidente Massimo Ottelli I moduli delle Dat vanno consegnati a un notaio o in ComuneIl primo cittadino Diego Bertussi Ezio Mondini «guida» DarfoIside Bettinsoli sindaco di Irma
I primi sette bresciani che hanno usufruito delle nuove opportunità offerte dalla legge sul fine vita depositando il testamento biologicoIl presidente  Massimo Ottelli I moduli  delle  Dat   vanno  consegnati  a un notaio o in ComuneIl primo cittadino  Diego Bertussi Ezio Mondini «guida» DarfoIside Bettinsoli  sindaco di Irma
I primi sette bresciani che hanno usufruito delle nuove opportunità offerte dalla legge sul fine vita depositando il testamento biologicoIl presidente Massimo Ottelli I moduli delle Dat vanno consegnati a un notaio o in ComuneIl primo cittadino Diego Bertussi Ezio Mondini «guida» DarfoIside Bettinsoli sindaco di Irma

Giancarlo Chiari Edmondo Bertussi Una manciata di minuti è bastata per raccogliere i frutti di una battaglia di civiltà durata lunghi anni. In poco più di mezz’ora l’ufficio anagrafe del municipio di Palazzolo ha registrato i testamenti biologici di sette persone, i primi bresciani ad usufruire dell’opportunità offerta dalla legge sul fine vita entrata in vigore il 31 gennaio. Attraverso le Dat, ogni persona potrà ora decidere di depositare le proprie disposizioni circa i trattamenti sanitari che accetta o rifiuta nel caso, per un incidente o una malattia, non fosse più in grado di manifestare la propria volontà. Ad accompagnare il gruppo di cinque donne e due uomini - di età compresa tra i 50 e i 70 anni - c'era Angelo Lazzari, anestesista in pensione e presidente dell’associazione Maffeo Chiecca, che da anni si batte per aiutare il malato e la sua famiglia a vivere fino in fondo con dignità e senza dolore le fasi finali della vita. «Nel rispetto della privacy, abbiamo voluto rendere pubblico questo piccolo ma significativo passaggio della vita della comunità - osserva Lazzari -: il deposito delle Dat dovrà diventare d’ora in poi la normalità. È stata particolarmente gradita la presenza del sindaco Gabriele Zanni, che ha sempre dimostrato grande sensibilità nei confronti della nostra associazione e del delicato tema del testamento biologico». Palazzolo aveva deliberato l’istituzione del Registro comunale delle Dat dal marzo del 2017. I primi due Comuni erano stati Chiari e Rudiano alle fine del 2016. A pochi giorni dall’entrata in vigore della legge si è allineato anche Montichiari. Nonostante il registro delle Dat non sia un obbligo, i Comuni bresciani si sono mobilitati per offrire ai cittadini l’opportunità di rivolgersi agli uffici municipali invece che ad un notaio. Le difficoltà non mancano, sia sotto il profilo dell’interpretazione delle norme che dei dettagli, come la difficoltà di reperire materialmente i registri cartacei che devono avere delle caratteristiche precise. LA VALTROMPIA sta cercando di affrontare la questione in modo comprensoriale. Gli interrogativi a cui devono rispondere i funzionari comunali sono complessi, soprattutto in relazione ai passaggi che vanno dall’istituzione del registro all’inserimento dei dati nel registro sanitario regionale. Da Irma a Gardone, tutti i sindaci vogliono raggiungere l’obiettivo. «Stiamo studiando la situazione, visto che si attendono ancora delle disposizioni attuative - osserva il primo cittadino di Lumezzane, Matteo Zani -: naturalmente cercheremo di garantire il servizio». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Irma. «La volontà è di istituire il registro», annuncia Mauro Bertelli. I Comuni più in difficoltà sono quelli piccoli, ma offrire alle persone l’opportunità di depositare le Dat negli uffici comunali non sarà facile neppure per municipi organizzati come Sarezzo, Gardone Valtrompia e Bovezzo. Il primo cittadino di Marcheno, Diego Bertussi, il sindaco Sergio Piardi di Marmentino e quello di Lodrino, Iside Bettinsoli, hanno avanzato una proposta: «Abbiamo il servizio associato per lo sportello telematico della Comunità Montana al quale tutti contribuiamo e tutti siamo collegati che centralizza e assolve tante pratiche ben più complesse come Suap, Catasto e urbanistica. Perché non creare una piattaforma unica per tutti gli enti locali?». L’IDEA HA immediatamente incassato l’apprezzamento della Comunità montana della Valtrompia. Il nodo più complicato sono i tempi, considerato che l’adesione ad una piattaforma comprensoriale dei registri delle Dat richiederà delibere di Giunta, esame dei rispettivi Consigli comunali e tavoli di lavoro per mettere a punto gli aspetti tecnici. Il sindaco di Bovezzo Antonio Bazzani ammette: «La volontà politica di raggiungere l’obiettivo c’è. Il coordinamento della Comunità montana risolverebbe i problemi tecnici burocratici». Il presidente della Comunità Montana Massimo Ottelli è cautamente ottimista: «Si esaminerà la situazione per vedere il modo migliore di creare una piattaforma unitaria per il servizio: avrebbe anche il pregio di dare modalità e tempi uniformi ai cittadini che vogliono utilizzare l’opportunità offerta dalla legge». Nel frattempo è emerso anche un problema prosaico: gli uffici sono in attesa degli appositi registri che dovrebbero essere fornire da una ditta di Brescia. Al netto del virtuoso caso di Rudiano, l’area della Bassa sembra al momento quella più in ritardo: da Leno a Fiesse, passando per Gottolengo, Gambara, Ghedi e Fiesse, nessun Comune ha ancora affrontato la questione. Il sindaco di Darfo Boario Ezio Mondini assicura: «Abbiamo intenzione di istituire il registro, ma servirà tempo considerato che dovremo valutare ogni aspetto tecnico-burocratico di un tema delicato, che va affrontato per questo con la massima attenzione». •

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