«Acqua pubblica: si deve e si può»

Acqua, è ancora battaglia
Acqua, è ancora battaglia
Acqua, è ancora battaglia
Acqua, è ancora battaglia

La Valcamonica ha guidato per anni, ben prima del referendum nazionale che sembra rimasto lettera morta, la campagna contro la privatizzazione dell’acqua, con ben 20 Comuni in prima linea, e non si è tirata indietro neppure quando, per ribadire i risultati della consultazione nazionale, a livello locale è partita la campagna referendaria del comitato provinciale Bresciano «Acqua Bene Comune». Il tema è attualissimo, e per rilanciare l’attenzione Gianluigi Di Giorgio, del gruppo«Sinistra Pace e Lavoro» di Darfo, ha voluto organizzare un’assemblea pubblica a Breno. Del tema «L’acqua è un bene comune, no alla privatizzazione, sì al referendum provinciale, sì alla gestione pubblica» si sono occupati un sindaco che ha combattuto una battaglia vincente in questa direzione, Luigi Lucchi, primo cittadino di Berceto, Martina Simonini, del comitato di coordinamento Acqua Pubblica Provincia di Sondrio, e Mariano Mazzacani, rappresentante del comitato referendario di Brescia. Peccato che nel salone del Bim ci fosse un pubblico formato da sole 10 persone 10, e che mancassero tutti gli enti comprensoriali e la maggior parte dei sindaci. Il caso Berceto? Dopo una battaglia durata 5 anni, il sindaco emiliano è riuscito a uscire dalla multiutility Montagna 2000, la partecipata che gestisce il ciclo idrico integrato, grazie a una norma del collegato ambientale del 2 febbraio dello scorso anno che consente ai Comuni oltre i mille abitanti titolari di fonti e sorgenti e con un basso numero di utenze di gestire direttamente l’oro blu. La situazione in Valtellina? «Il gestore unico pubblico si comporta come il privato - ha affermato Simonini -; le bollette sono triplicate, una nostra petizione è rimasta lettera morta così come una diffida, e ora, dopo un’azione collettiva pubblica ci rivolgeremo al Tar». Infine, Mariano Mazzacani ha avvisato che «il parere favorevole della commissione di garanzia nominata dalla Provincia sull’ammissibilità del referendum potrebbe essere ribaltato dal consiglio del Broletto, ma di fronte alle oltre 50 delibere comunali sarebbe un grande errore bocciare l’iniziativa». • L.RAN.

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