Agosto in apnea per Ski area:
sopravvivenza appesa a un filo

di Domenico Benzoni
Montecampione in versione estiva: speranze di rilancio al lumicino
Montecampione in versione estiva: speranze di rilancio al lumicino
Montecampione in versione estiva: speranze di rilancio al lumicino
Montecampione in versione estiva: speranze di rilancio al lumicino

Restano solo due alternative: la proroga dei termini per l’aumento di capitale, visto che quello scaduto il 30 giugno e andato a vuoto, o l’avvio della pratica della messa in liquidazione. Arrivata al quarto anno di vita, «Montecampione Ski area» è a un bivio. Cosa succederà lo si scoprirà in occasione dell’assemblea dei soci convocata per i primi di agosto.

SE LA SECONDA soluzione passa dalla semplice consegna dei libri in Tribunale, la salvezza è soggetta a non poche varianti. I due possibili e misteriosi investitori che si sono fatti avanti di recente hanno chiesto di conoscere nel dettaglio i conti della società prima di decidere se intervenire per salvarla. E poi ci sono i comuni dell’Unione dlela bassa valle, Piancamuno, Artogne e Gianico, ai quali il Bim sembra disposto a girare parte delle proprie azioni di Ski area per renderli più partecipi. Ma questi le vogliono? E possono acquisire azioni societarie?

«La residenza del comprensorio potrebbe assumere ogni anno a suo carico 200 mila euro a garanzia della funzionalità ed economicità della gestione di Ski area - propone Giuseppe Polonioli -; o in alternativa siano i comuni a istituire una tassa di scopo a copertura degli oneri derivati dalla gestione di Montecampione finora rimasti a nostro carico».

Il presidente della società impiantistica rilancia poi l’idea del mutuo decennale da un milione di euro, che potrebbe essere contratto col Bim per acquistare gli impianti e fare gli interventi di adeguamento necessari. Le garanzie dovrebbero però darle i comuni, per esempio destinando l’Imu incassata da Montecampione a favore dei progetti.

«Le rate (100 mila euro annui), equivalenti a quanto si paga oggi di affitto al curatore fallimentare della MC impianti, potrebbe pagarle Ski area» spiega ancora Polonioli. Il vicesindaco di Artogne che segue il turismo si chiede però «se qualche stagione andasse male, chi pagherebbe? Sarebbe preferibile una netta distinzione tra competenze pubbliche e private - sottolinea Fabio Cantoni - col Comune che si cura di ciò che è di sua competenza, come strade e acquedotti. Qualche risparmio potrebbe arrivare col decreto regionale sulla pubblica utilità delle aree sciabili, e non vedo male nemmeno una seggiovia Bovegno-Montecampione».

«I progetti ipotizzati dai due possibili investitori sono di ampio respiro - aggiunge il sindaco Barbara Bonicelli -; attendiamo però di vedere qualcosa di concreto perchè ci sono scadenze imminenti». Il riferimento è all’asta che torna a mettere sul mercato gli impianti, alla assemblea dei soci di Ski area e pure alle necessarie revisioni di alcuni impianti di risalita.

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